LA CRISI IDRICA

Lago d’Idro, fronti aperti: si portano in salvo i pesci

di Mila Rovatti
Non pochi timori dal turismo; trasferita la fauna ittica del fiume in secca. E parte la protesta anche dal Trentino: «Questo territorio ha già dato»
Gli operatori impegnati nel recupero della fauna ittica dalle pozze del fiumeLa secca del Chiese in uscita dal lago d’Idro: in poche ore il fiume si è svuotato per il primo tratto
Gli operatori impegnati nel recupero della fauna ittica dalle pozze del fiumeLa secca del Chiese in uscita dal lago d’Idro: in poche ore il fiume si è svuotato per il primo tratto
Gli operatori impegnati nel recupero della fauna ittica dalle pozze del fiumeLa secca del Chiese in uscita dal lago d’Idro: in poche ore il fiume si è svuotato per il primo tratto
Gli operatori impegnati nel recupero della fauna ittica dalle pozze del fiumeLa secca del Chiese in uscita dal lago d’Idro: in poche ore il fiume si è svuotato per il primo tratto

Mentre Aipo assicura che il deflusso minimo vitale per il lago d’Idro sarà ripristinato a partire dal 20 luglio, va in scena il triste spettacolo del salvataggio dei pesci nel fiume Chiese, rimasto in secca, e dal Trentino tuonano contro i bresciani per la sofferenza del loro biotopo e la perdita dei loro raccolti. La situazione è decisamente tesa, dopo che da domenica scorsa 700 metri di fiume Chiese hanno iniziato a sparire poco per volta e l'acqua del lago ha cominciato a scorrere via dalla galleria detta, non a caso, «degli agricoltori». Uno scenario che scoraggia molti e accende gli animi di chi ancora non si vuole arrendere. Dalla direzione di Aipo - Agenzia interregionale del fiume Po - che dal 2017 è delegata alla gestione dei livelli del lago d’Idro, fanno sapere che già dal 20 luglio la situazione si dovrebbe normalizzare, perché a partire da quel giorno HDE, Hydro Dolomiti Energia, comincerà a rimpinzare le sue scorte, cioè dovrà incamerare nei bacini a monte quei 5 milioni di metri cubi d’acqua che ha concesso in via eccezionale nei primi giorni di luglio. Ma il ripristino dei livelli del lago dipenderà comunque, ancora una volta, dalla disponibilità del Trentino, dove non sono per nulla contenti di quello che sta succedendo a valle.

Ieri il Movimento 5 Stelle, attraverso il Consigliere della Provincia autonoma, Alex Marini, ha depositato un'interrogazione per chiedere «che la Provincia di Trento faccia la sua parte per tutelare le acque e l'economia del lago d'Idro, come da impegni assunti in passato». Marini, che da tempo si occupa delle problematiche ambientali dell’Eridio ha ricordato alla sua amministrazione provinciale: «Il lago d'Idro e i bacini più a nord hanno già dato moltissima acqua alle coltivazioni della pianura, ora iniziano ad esserci concreti timori sia per il turismo locale, che per l'ambiente; poca acqua vuol dire causare danno al biotopo di Baitoni e alle tante specie animali e vegetali che lo abitano. Sostenere i territori nel momento del bisogno significa anche sostenere il proprio, perché esistono limiti oltre i quali fornire acqua dal lago diventa gravemente dannoso per l’ambiente».

Ma il grido d’allarme del Trentino non è arrivato solo da chi ha a cuore l’ambiente, ieri si sono fatti sentire anche gli agricoltori oltre confine: «Stiamo pagando tutti un prezzo enorme per gli obsoleti sistemi di irrigazione della pianura bresciana, continuano a sprecare acqua e noi dobbiamo subire – ha tuonato Vigilio Giovanelli, presidente di Agri90, la Cooperativa agricola di Storo famosa per la produzione del granoturco usato soprattutto per la polenta -: con l’abbassamento del lago d’Idro, va in sofferenza la falda acquifera della piana di Storo dove produciamo le nostre pannocchie e così rischiamo di perdere tutto il raccolto». E mentre Vigilio Giovanelli si infervora, il Chiese va in secca: ieri mattina gli addetti del servizio caccia e pesa della Provincia di Brescia hanno battuto quei 700 metri di fiume per il recupero della fauna ittica, spostandola dove l’acqua riprende a scorrere. Indignati anche gli operatori turistici del lago d’Idro, uno per tutti Jeroen Vogelezang del Villaggio Tre Capitelli: «Questa siccità preoccupa tutti, ma i campanelli d’allarme è da un po’ che suonano, la politica ha grosse responsabilità. E in un momento in cui la zona ospita olandesi, tedeschi, inglesi, danesi, polacchi e finlandesi, non ci facciamo una bella figura, un vero peccato perché questo si ripercuoterà sulle stagioni future». •.

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