Da lunedì tutti in classe: ora è caccia ai pullman. «E serve il doppio turno»

La ripresa  delle lezioni in presenza, o quasi, riporta il tema dei trasporti pubblici anche al centro dell’agenda del Governo che oggi incontrerà le Regioni
La ripresa delle lezioni in presenza, o quasi, riporta il tema dei trasporti pubblici anche al centro dell’agenda del Governo che oggi incontrerà le Regioni
La ripresa  delle lezioni in presenza, o quasi, riporta il tema dei trasporti pubblici anche al centro dell’agenda del Governo che oggi incontrerà le Regioni
La ripresa delle lezioni in presenza, o quasi, riporta il tema dei trasporti pubblici anche al centro dell’agenda del Governo che oggi incontrerà le Regioni

Che tutti gli studenti riprendano la scuola seduti ai banchi è condiviso dall’universo mondo. Il problema, soprattutto quando si parla dei 60 mila ragazzi delle superiori bresciane, è come farceli arrivare a scuola. Il 26 aprile del tutti in classe è alle porte. La Regione per ora non si esprime sulla la capienza dei mezzi (il tema sarà inevitabilmente anche sul tavolo dell’incontro tra Governo e Regioni in programma per oggi) che in teoria resta ferma al 50%. E Brescia ha già sperimentato nei mesi scorsi che la flotta riempita a metà può trasportare solo una metà degli studenti. Non di più. Il problema Tpl torna all’ordine del giorno tale e quale, irrisolto. Domani in Prefettura si riunirà il web team coordinato dal viceprefetto Stefano Simeone per definire le ricadute della scuola in presenza sui mezzi pubblici. Intanto si susseguono interlocuzioni informali tra Agenzia del Tpl, scuole, aziende di trasporto, prefettura stessa. Proprio ieri si è cercato di aumentare il parco dei 104 bus aggiuntivi facendo nuovo ricorso ai noleggi con conducente. E il presidente dell’Agenzia Claudio Bragaglio assicura che altri ne verranno reperiti. Come la si giri, però, appare chiaro che non tutti potranno andare a scuola in pullman, a meno che non si voglia tornare alla situazione pre pandemica, quando si viaggiava ammassati come sardine. Ieri si è mosso anche il sindacato Cobas-Lavoro privato, che in una lettera alla Prefettura esprime la «forte preoccupazione» degli autisti per la decisione di riportare tutti gli studenti in classe. «Non vogliamo contestare in alcun modo l’importanza della didattica in presenza – scrivono - bensì sottolineare come l’estemporaneità del provvedimento faccia scempio di valutazioni che sembravano dirimenti fino a pochissimi giorni or sono». Chiedono alle autorità di riflettere bene su una decisione che «porterebbe di fatto a un affollamento pre pandemico a bordo dei mezzi pubblici», e che si decida in merito «all’inserimento immediato degli operatori del trasporto nel piano vaccinale». Raschiando il fondo di barile delle risorse disponibili, Brescia prova a evitare che accada l’irreparabile di una nuova ondata virale. Per ora, il massimo che l’Agenzia può pensare senza superare il limite del realismo è un sistema basato sul riempimento dei mezzi all’80% sulla presenza in classe dell’80 per cento degli studenti, e su due scaglioni d’ingresso alle 8 e alle 10, più o meno come settembre e ottobre scorsi. La proposta verrà portata domani al web team prefettizio per l’indispensabile condivisione con le scuole. L’80% di capienza significa occupare tutti i 50 posti a sedere di un pullman di 12 metri (anziché gli 80 della capienza massima), evitando posti in piedi difficilmente controllabili. Sul fronte delle scuole il 20 per cento degli studenti dovrebbe ruotare nella didattica a distanza (Dad), e il resto distribuirsi sui due turni d’ingresso. Le scuole, però, dovrebbero sforzarsi di «non superare il 60% di ingressi al primo turno – sottolinea Bragaglio -. A settembre erano arrivate mediamente al 70, e ciò provocava sovraffollamenti su alcune linee». Su tutto questo domani si cercherà un punto d’incontro, che non è scontato. Le scuole mantengono la loro autonomia, e potranno anche decidere la presenza per tutti, come qualcuna pare abbia intenzione di fare. In tal caso, però, «rischiano di non averli in classe – avverte Bragaglio – perché non ci saranno i pullman sufficienti per trasportarli». Tanto più che a complicare le cose c’è la rotazione della Dad che cambia le provenienze e crea sovraffollamenti improvvisi su alcune linee. È già accaduto in precedenza e si è dovuto intervenire con i mezzi aggiuntivi per evitare assembramenti a bordo. Di più, l’Agenzia ricorda che dal 26 aprono anche le attività produttive, e «in media sulle corse scolastiche il 20 per cento dei viaggiatori sono lavoratori». A mettere tutto insieme, soprattutto nei primi giorni sarà indispensabile un monitoraggio continuo della situazione. La città, con il suo Tpl più flessibile non avrà grossi problemi, ma in provincia una chiara intesa scuola/trasporto non ha alternative.•.

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