SICUREZZA I

«Da oggi il taser a Brescia: così sarà utilizzato contro le violenze»

di Mario Pari
In dotazione alle forze dell'ordine in provincia di Brescia. L'esperto: «Dal colore all'effetto dell'"arco voltaico", tutto concorre a renderlo strumento di deterrenza Se usato provoca una contrazione muscolare»
Due  carabinieri in servizio con il taser: il colore giallo lo rende facilmente riconoscibile e questo ne aumenta notevolmente il potere deterrente
Due carabinieri in servizio con il taser: il colore giallo lo rende facilmente riconoscibile e questo ne aumenta notevolmente il potere deterrente
Due  carabinieri in servizio con il taser: il colore giallo lo rende facilmente riconoscibile e questo ne aumenta notevolmente il potere deterrente
Due carabinieri in servizio con il taser: il colore giallo lo rende facilmente riconoscibile e questo ne aumenta notevolmente il potere deterrente

Un colore, il giallo, che lo rende facilmente identificabile e non confondibile con un’arma da sparo. Un rumore, preventivo e un «arco voltaico» per fare capire che sta entrando in azione. Ma quando si parla di taser, da oggi in dotazione anche alle forze dell’ordine in provincia di Brescia, l’effetto deterrente non è solo questo. «Il primo passaggio- spiega un addetto ai lavori - è quello di mostrare il taser proprio per sfruttarne l’enorme potenziale deterrente». Poi, quindi, le altre fasi dell’utilizzo: «Viene estratto e contestualmente si invita la persona, la cui violenza si vuole respingere, a deporre eventuali oggetti pericolosi e a calmarsi. Se non lo fa si accende il taser e a quel punto si vede una lucina. Prima del ricorso agli impulsi elettrici ci sono l’arco voltaico e si sente un rumore, quello tipico del passaggio di corrente. Solitamente questo è il momento più efficace dal punto di vista della deterrenza». Ma a volte, dove il taser è già in dotazione, è stato necessario utilizzarlo: «Se la persona non desiste viene pronunciata la parola “taser“ e si aziona. Sarà poi l’altra persona in servizio con me a dover immobilizzare». Poca chiarezza, oltre all’apporto deterrente c’è probabilmente anche su quali siano le conseguenze fisiche per colui nei cui confronti viene utilizzato il taser: «Il voltaggio è basso, si lavora sull’amperaggio, non ci sono pericoli per il cuore. Dal taser partono due piccoli dardi che non causano alcun problema al destinatario. L’effetto degli impulsi elettrici è quindi quello di provocare una contrazione dei muscoli, per cinque secondi. Questo fa perdere l’equilibrio e cadere per terra. I dardi non vanno, ovviamente, diretti verso zone sensibili, come quella inguinale, il collo, il volto, ma verso busto e gambe. Da quanto emerso chi viene immobilizzato non sente assolutamente nulla. Vengono inibiti gli stimoli nervosi, niente a che vedere con cuore e cervello. C’è molto più rischio, per la persona violenta e l’operatore di farsi male in una colluttazione». E poco si è detto fino ad oggi dei contesti in cui può essere utilizzato. «La legge - spiega in merito l’esperto - dice che la pistola a impulsi elettrici serve a respingere qualunque violenza posta in essere dalla persona nei cui confronti si usa il taser. L’obiettivo è quello di far cessare una violenza fisica. Nel caso di una rissa, quindi si può intervenire con il taser. Ma può succedere anche nei confronti di una persona molesta che si avventa sugli altri o che impugna un coltello, una spranga, una bottiglia. Viene immobilizzata». E i risultati? «All’estero si usa da anni. Si è registrato, nel secondo mese di utilizzo un calo anche del 90 per cento degli episodi di violenza e resistenza. Importante è anche in Italia, far capire quali saranno i risultati raggiunti».•.

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