Dalle agenzie
viaggi agli hotel:
è protesta

di Marta Giansanti
Protesta del settore turismo a Milano: «Noi fantasmi per lo Stato» Rappresentanti delle agenzie di viaggio bresciane durante la manifestazione per chiedere aiuti
Protesta del settore turismo a Milano: «Noi fantasmi per lo Stato» Rappresentanti delle agenzie di viaggio bresciane durante la manifestazione per chiedere aiuti
Protesta del settore turismo a Milano: «Noi fantasmi per lo Stato» Rappresentanti delle agenzie di viaggio bresciane durante la manifestazione per chiedere aiuti
Protesta del settore turismo a Milano: «Noi fantasmi per lo Stato» Rappresentanti delle agenzie di viaggio bresciane durante la manifestazione per chiedere aiuti

«Un danno economico che va avanti da fine febbraio, rari e insufficienti finora sono stati i momenti di respiro. Siamo tra le attività maggiormente penalizzate: non siamo più in lockdown, ma è come se non ne fossimo mai uscite. Impossibile vedere un futuro». GLI OPERATORI del turismo lombardo ieri pomeriggio hanno manifestato sotto il palazzo di Regione Lombardia per chiedere al Governatore Attilio Fontana un intervento incisivo su una «categoria sofferente» e profondamente preoccupata. «Fontana ci ha abbandonato, non ha riconosciuto le nostre difficoltà in nessun modo», chiosa Pia Capulli, titolare dell'agenzia di viaggio Gate65 di Brescia, spiegando il motivo di una rabbia che l'ha portata a raggiungere Milano insieme a una cinquantina di colleghi della provincia. Una protesta che ha permesso di raggiungere un piccolo traguardo: una delegazione è stata ricevuta da un dirigente regionale il quale si è fatto carico di dare «una risposta definitiva entro 48 ore, valutando l'ipotesi di usufruire di fondi europei laddove lo Stato non riuscisse a coprire le perdite». «In altre regioni sono stati elargiti piccoli ma significativi aiuti, qui in Lombardia invece tutto tace – ribadisce Capulli -, ma nel frattempo molte agenzie hanno chiuso e altre chiuderanno entro la fine dell'anno». Una situazione che dall'inizio della pandemia non ha registrato alcun miglioramento. Mesi trascorsi tra viaggi all'estero espressamente sconsigliati, spostamenti ridotti a «località di prossimità», ingressi bloccati in molti Paesi e un «sistema voucher fallimentare». Conseguenza: un calo del fatturato degli operatori del settore che si aggira tra l'80 e il 90 per cento. «Siamo i più colpiti ma dietro di noi c'è un indotto enorme fatto di hotel, di esercizi pubblici, di trasporti, di musei e delle loro filiere» spiega. A soffrirne, in particolar modo, il settore alberghiero. L'invito ad evitare i viaggi, il dilagare dello smart working ma soprattutto lo stop a fiere, eventi, meeting di respiro nazionale e internazionale ferma inevitabilmente le strutture ricettive. «I provvedimenti presi negli ultimi giorni – sottolinea Alessandro Fantini, vicepresidente vicario di Federalberghi Brescia – hanno ulteriormente ridotto l'appetibilità turistica del Paese, si rischia un ulteriore crollo dei fatturati». Si assiste quindi a un blocco delle prenotazioni e a progressive cancellazioni. «Gli alberghi stagionali hanno chiuso con almeno un mese di anticipo, dopo aver aperto con due mesi di ritardo mentre le strutture aperte tutto l'anno stanno soffrendo il calo consistente del turismo di affari», spiega Fantini. Non va di certo meglio alle strutture di montagna che «potevano contare su un discreto numero di prenotazioni per il periodo natalizio ma già soggette a cancellazioni dopo le notizie allarmistiche di virologi – aggiunge Fantini -. La stagione delle settimane bianche, che interessa soprattutto un turismo straniero, è completamente ferma. I turisti restano in attesa, vogliono avere prima la certezza che a gennaio o febbraio la situazione migliori realmente». Incertezze che sembrano non avere fine, dopo un periodo di certo non positivo: nel mese di settembre, quello più «fortunato» dall'inizio della pandemia, il calo del settore è stato «solo» del 50%, contro picchi nei mesi precedenti superiori anche al -80%. Un clima generale di tensione che porta a un susseguirsi di proteste in piazza Vittoria: sabato alle 16 manifestano i lavoratori dello sport, domenica alle 10 le associazioni yoga e lunedì alle 20 i commercianti. Oggi pomeriggio il prefetto Attilio Visconti accoglierà una delegazione di ristoratori, baristi e altri settori colpiti dal decreto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti