Desenzano se l’aspettava «Ma non così in fretta»

Il Pronto soccorso dell’ospedale di Desenzano del Garda costretto a sua volta a fare i conti con l’impennata delle richieste di soccorso causa Covid-19
Il Pronto soccorso dell’ospedale di Desenzano del Garda costretto a sua volta a fare i conti con l’impennata delle richieste di soccorso causa Covid-19
Il Pronto soccorso dell’ospedale di Desenzano del Garda costretto a sua volta a fare i conti con l’impennata delle richieste di soccorso causa Covid-19
Il Pronto soccorso dell’ospedale di Desenzano del Garda costretto a sua volta a fare i conti con l’impennata delle richieste di soccorso causa Covid-19

Il Pronto soccorso di Desenzano sta registrando un costante aumento degli accessi di persone con sintomatologia da Coronavirus: una situazione preoccupante che si ripercuote sui reparti già sottoposti a una pesante pressione da settimane. «Ce lo aspettavamo, ma non così in fretta - spiegano alcuni operatori da sempre in prima linea -. L’indice di positività, che ha superato da tempo il 20%, non faceva presagire nulla di buono, anzi descriveva il livello di circolazione del virus tra le persone. La zona gialla è stata vissuta da troppi come un ritorno alla normalità, la variante inglese, più infettiva, è di sicuro parte in causa di quest’emergenza nell’emergenza». E i dati parlano chiaro: sono circa 70 le persone che mediamente si recano al Pronto soccorso ogni giorno, il 25% si presenta mostrando tutti o alcuni dei sintomi caratteristici del Covid (perdita del gusto, tosse, mal di gola, affaticamento, febbre e dolori muscolari) e, soprattutto, con pesante difficoltà respiratoria, risultando poi positivi al tampone. «Quando un paziente non respira non può comunicare, non ci riesce - precisano dalla corsia d’emergenza -. In questa fase abbiamo ricominciamo a sentire il grande senso d’impotenza vissuta già in passato. Di sicuro siamo più preparati, sappiamo meglio come affrontare il nemico, abbiamo più strumenti a disposizione ma all’espressione terrorizzata di chi si sente soffocare non ci si potrà mai abituare. I posti letto potrebbero iniziare presto a non bastare, in alcuni Pronto soccorso vicini hanno già iniziato a trasferire i pazienti a Milano». L’incremento delle difficoltà, per l’Asst del Garda, è stato decisamente più marcato proprio negli ultimi giorni, quando i pazienti Covid che si sono recati in ospedale sono saliti a circa 20-25 al giorno contro i 10 delle scorse settimane. Un’emergenza che, inevitabilmente, ha fatto alzare il numero dei ricoveri nell’area medica e ha comportato una costante conversione dei posti letto come previsto dal piano d’emergenza. Se dal 2 al 17 febbraio era stato necessario creare «solo» 5 nuovi posti letto (nei presìdi di Desenzano, Gavardo e Manerbio), nell’ultima settimana l’improvvisa impennata dei contagi ha costretto l’Azienda ospedaliera a convertirne ben venti. A Desenzano oggi sono circa 50 i pazienti Covid ricoverati, perché colpiti seriamente dal virus. Nonostante le nuove postazioni restano liberi solo 3 posti letto ordinari, mentre la terapia intensiva non ha più spazi. L’Asst del Garda, impegnata a monitorare la situazione, è pronta a intervenire e, nel limite del possibile, continuerà ad applicare il piano d’emergenza come previsto. «È innegabile che la situazione sia notevolmente peggiorata - hanno sottolinea gli operatori del pronto soccorso -: questo non si misura solo con il numero di morti, che purtroppo continuano a esserci. Convertire i posti letto significa toglierli ai reparti e soprattutto ai pazienti affetti da altre patologie, inoltre le risorse umane dell’ospedale sono già al limite e non possono sopportare all’infinito una pressione del genere, anche se l’impegno è senza sosta. Ci appelliamo al buon senso, il comportamento individuale influisce più di quanto si possa immaginare nella lotta alla pandemia».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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