«Di tutto per scongiurare questa chiusura»

di Marta Giansanti
Striscioni a supporto dei lavoratori della Timken a Villa CarcinaAll’esterno dello stabilimento ieri presenti anche i sindaci della Valtrompia per dimostrare vicinanza ai lavoratori in pericolo
Striscioni a supporto dei lavoratori della Timken a Villa CarcinaAll’esterno dello stabilimento ieri presenti anche i sindaci della Valtrompia per dimostrare vicinanza ai lavoratori in pericolo
Striscioni a supporto dei lavoratori della Timken a Villa CarcinaAll’esterno dello stabilimento ieri presenti anche i sindaci della Valtrompia per dimostrare vicinanza ai lavoratori in pericolo
Striscioni a supporto dei lavoratori della Timken a Villa CarcinaAll’esterno dello stabilimento ieri presenti anche i sindaci della Valtrompia per dimostrare vicinanza ai lavoratori in pericolo

Presidio permanente, giorno 4: i sindaci della Valtrompia, il presidente della Provincia Samuele Alghisi e il consigliere Antonio Bazzani, il leader della Comunità Montana Massimo Otelli, i vertici delle sigle sindacali e tutte le parti sociali si sono uniti attorno ai 106 dipendenti della Timken di Villa Carcina, a rischio licenziamento per cessata attività, e da lunedì mattina in assemblea permanente. «Una presenza non formale ma di sostanza - tiene a specificare il primo cittadino di Villa Carcina, Moris Cadei -. Saremo vicini a voi e faremo tutto il possibile affinché la situazione subisca un cambio di rotta». Scongiurare la chiusura dell’impianto resta l’obiettivo primario: «Non si può calpestare in questo modo la dignità dei lavoratori, mettere fine a un capitolo della storia produttiva bresciana da un giorno all’altro è inammissibile e proporre i dodici mesi di cassa integrazione, che in parole povere significa accettare la chiusura, è una bestialità a cui non ci piegheremo», dice Antonio Ghirardi, segretario provinciale Fiom-Cgil. Un «fronte» unito e compatto, con la discesa in campo di enti, parrocchia e istituzioni locali «perché quello che sta accadendo - sottolinea Alghisi - riguarda l’intero territorio. Non sarete soli in questa battaglia, avrete il sostegno di tutti noi. Seguiremo le direttive dei sindacati ed io stesso mi farò portavoce con il Prefetto e il Governo». La richiesta al gruppo statunitense è di far ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari a disposizione, cioè 30 mesi di contratto di solidarietà, e nel frattempo avviare una trattativa per trovare una soluzione condivisa. Proposta respinta dai vertici mercoledì sera in videoconferenza: «Il direttore europeo Andy Dillon in quei 10 minuti scarsi di intervento ha dichiarato che la decisione è irremovibile - spiega Elena Duina, della segreteria Fiom -. Il motivo? A quanto pare il sito non sarebbe né performante né competitivo e non lo sarebbe da anni: ha parlato di perdite che vanno avanti dal 2008. Ma noi non abbiamo mai visto azioni incisive per migliorare la condizione. Non è accettabile che debbano essere 106 famiglie a pagare il prezzo più caro di una mancata responsabilità e di un’incapacità aziendale». L’unica mossa avanzata dalla multinazionale è la ricollocazione delle risorse in altre ditte del gruppo, fuori dai confini provinciali, o con la mediazione di agenzie di outsourcing. «Ma - sottolinea Ghirardi - i lavoratori non sono attrezzature e macchinari da spostare. Sappiamo bene come vanno a finire queste misure e la difficoltà nel metterle in pratica». Una «insensibilità» della casa madre nell’affrontare «la drammaticità della situazione» ribadita anche da Otelli, denunciando «la freddezza nelle parole del direttore europeo, il cui unico interesse si è dimostrato essere il profitto». Infinite invece le dimostrazioni di solidarietà e di affetto da parte dei cittadini: «Ogni giorno alcuni esercizi commerciali ci portano la colazione e il pranzo - confida un operaio -. Una vicinanza che ci commuove». E pensare che l’amministrazione comunale, alcuni mesi fa, aveva manifestato l’intenzione di conferire alla multinazionale statunitense la cittadinanza onoraria per quanto fatto per la comunità, grazie anche alle iniziative promosse dalla Fondazione Timken: «Una questione ovviamente chiusa». Oggi intanto solidarietà ai lavoratori sarà espressa anche dai colleghi delle aziende metalmeccaniche bresciane che hanno proclamato uno sciopero di quattro ore a fine turno. •.

Suggerimenti