LA TRAGEDIA

Omicidio di Nuvolento, sgomento in paese: «Sembrava una coppia inossidabile. Non possiamo crederci»

di Alessandro Gatta
Al bar e all'oratorio gli amici di Romano Fagoni e Raffaella Ragnoli raccontano: «Lui parlava sempre bene della moglie ed era orgoglioso dei figli»
L’abitazione di via Carlina a Nuvolento teatro dell’omicidio l’altra sera, poco dopo l’ora di cena FOTO ONLY CREW
L’abitazione di via Carlina a Nuvolento teatro dell’omicidio l’altra sera, poco dopo l’ora di cena FOTO ONLY CREW
L’abitazione di via Carlina a Nuvolento teatro dell’omicidio l’altra sera, poco dopo l’ora di cena FOTO ONLY CREW
L’abitazione di via Carlina a Nuvolento teatro dell’omicidio l’altra sera, poco dopo l’ora di cena FOTO ONLY CREW

Una famiglia all’apparenza come tante, ma che forse nascondeva un lato oscuro, attriti e litigi di cui però nessuno sembrava sapere nulla al di fuori dell’appartamento al primo piano di via Carlina, in quella che un tempo era una vecchia cascina e oggi invece è una casa moderna. Incredulità, stupore, dispiacere: sono le sensazioni che si respirano attraversando Nuvolento, svuotato dai passanti come tutte le domeniche d’inverno, avvolto in un silenzio ancora più irreale.

La tragedia, l'omicidio di Romano Fagoni per mano della moglie Raffaella Ragnoli al termine di una lite, si è consumata a pochi passi dal centro, ci si arriva comodamente a piedi. I pochi bar aperti sono gli stessi frequentati dai coniugi. Lui in particolare si faceva vedere più spesso: anche sabato era passato al bar ristorante Tortuga’s per bere il caffè, la mattina (lo faceva sempre: era l’occasione per leggere il giornale) e poi la sera, intorno alle 19, solo un paio d’ore prima dell’omicidio.

La vittima si chiamava Romano Fagoni: a sinistra è con la moglie Raffaella Ragnoli arrestata per l'omicidio avvenuto a Nuvolento
La vittima si chiamava Romano Fagoni: a sinistra è con la moglie Raffaella Ragnoli arrestata per l'omicidio avvenuto a Nuvolento

«Beveva anche l’aperitivo, ma aveva smesso di bere alcolici e di fumare dopo l’infarto che l’aveva colpito circa 3 settimane fa», raccontano i clienti. È successo all’inizio di gennaio: un paio di giorni in ospedale prima di tornare a casa. Operaio prima a Ponte San Marco, ora a Nuvolera: era stato una settimana in mutua dopo i problemi al cuore ma era già tornato al lavoro.

Sembrava una coppia inossidabile: non l'avremmo mai detto

«Caffè e giornale e poi andava dritto a lavorare», dicono dal Tortuga’s. Marito e moglie erano stati qui a cena anche venerdì, in compagnia di alcuni amici: «Li conoscevamo tutti, bravissime persone. Non riusciamo a crederci», si limitano a riferire dai tavoli. Le stesse voci rimbalzano anche al 2.7 Cafè, che Romano Fagoni frequentava da anni: ancora da quando c’era la vecchia gestione, prima del 2019. Un cliente così abituale da portare sempre con sé la tessera del bar: un timbro per ciascun caffè, uno omaggio ogni 10 consumati. «Tutto normale: li abbiamo visti andare insieme in biblioteca, una settimana fa, venerdì o sabato lui era stato dal barbiere – dicono i clienti del 2.7 Cafè –. Ogni volta che poteva passava a bere il caffè dopo pranzo, corretto sambuca almeno finché non ha avuto l’infarto.

Sembrava una coppia inossidabile, di quelle che non l’avresti mai detto: Romano parlava sempre bene della moglie, organizzavano tanti pranzi con gli amici nella loro casetta di Serle (il paese dove abita la sorella di Fagoni, ndr). Era tanto orgoglioso dei suoi figli». Romina ha 26 anni, vive già da sola: «Quando portava il gatto a casa dei genitori, Romano ci faceva vedere le foto».

Il figlio della coppia  invece ha 15 anni, e frequenta la classe seconda superiore. «Quando me l’hanno detto, ieri mattina – spiega un cliente – pensavo a uno stupido scherzo. Una famiglia da fare invidia, almeno per quello che si sapeva in paese. Mai nessuno poteva immaginare una cosa del genere».

La comunità si chiede perché: una risposta difficile da trovare

Raffaella si vedeva di meno, più silenziosa e riservata ma non per questo meno rispettabile: «Tutta casa e chiesa», viene detto con riferimento al suo costante impegno tra oratorio e parrocchia. Ogni tanto capitava a far colazione con le amiche al Forno&Caffè 315: qui il marito qualche volta comprava il pane. «Persone normalissime, di certo non gente chiacchierata», le parole degli ultimi clienti prima dell’ora di chiusura. Romano era cliente abituale anche della tabaccheria edicola di via Vittorio Emanuele II, a poche decine di metri dal Tortuga’s. In tutta Nuvolento ci si chiede il perché. In cerca di una risposta che per ora proprio non si trova. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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