El Vaquero, la passione diventata lavoro

di Marta Giansanti
L’agri-ippoturismo  conquista da sempre i bambini e i loro genitoriFrancesca Valetti con uno dei cavalli  dell’Agriturismo Ranch El Vaquero di Gussago SERVIZIO FOTOLIVE
L’agri-ippoturismo conquista da sempre i bambini e i loro genitoriFrancesca Valetti con uno dei cavalli dell’Agriturismo Ranch El Vaquero di Gussago SERVIZIO FOTOLIVE
L’agri-ippoturismo  conquista da sempre i bambini e i loro genitoriFrancesca Valetti con uno dei cavalli  dell’Agriturismo Ranch El Vaquero di Gussago SERVIZIO FOTOLIVE
L’agri-ippoturismo conquista da sempre i bambini e i loro genitoriFrancesca Valetti con uno dei cavalli dell’Agriturismo Ranch El Vaquero di Gussago SERVIZIO FOTOLIVE

Una passione divenuta lavoro. «Un progetto di vita» che scandisce le lunghe giornate di Francesca Valetti nella sua tenuta agricola nelle campagne di Gussago. L’«Agriturismo Ranch El Vaquero» è associato a Confagricoltura: qui la passione per la natura si fonde nell’essenza della quotidianità familiare. Generazione dopo generazione, «una profonda dedizione, quella alla terra» che, negli ultimi anni, è stata modificata e ampliata. «La storia parte da lontano, incentrata prevalentemente sull’allevamento di bovini da carne», spiega la 28enne, impegnata nella gestione dell'azienda con il fratello Carlo e i genitori. «Nel 2006 ho deciso di puntare sul mio primo grande amore, quello per i cavalli - racconta -. Nel 2012 ha iniziato l'attività di istruttrice di equitazione rivolta a persone di tutte le età, con il collaterale servizio di pensionamento cavalli in ampi box, oltre alla possibilità diurna di messa a paddock». Un agriturismo-ippoturismo per grandi e piccini: dieci i cavalli da monta e qualche pony per accompagnare le giornate di chi intende tuffarsi nella natura. «C’è grande interesse - sottolinea Francesca Valetti -. È una realtà che affascina prima di tutto i bambini, per poi coinvolgere anche i loro genitori». Saltando l’annus horribilis della pandemia e le continue limitazioni imposte dalla zona rossa, in cui ogni attività è stata bloccata, la giovane ogni giorno apre le porte del suo maneggio a decine di piccoli cavallerizzi. «Durante l'intero periodo estivo organizzo l’agrigrest - spiega -. I bambini passano intere giornate con me, imparano come gestire un animale, scoprono il vero significato e i benefici nel respirare l'aria di campagna. L'entusiasmo è sempre alle stelle e quando arriva l’ora di tornare a casa non mancano mai i capricci. Vorrebbero restare qui». Cavalli, pony, oche, conigli, galline, cani, pulcini, vitellini. «Per i bambini è una continua scoperta, insieme imparano a conoscere tutti gli animali della nostra fattoria, delle cose di cui hanno bisogno e di quanto riescono a dare all'uomo», dice. Non solo. «Assaggiano il miele prodotto direttamente dalle api, creano le candele con la cera, imparano quanto questi insetti siano essenziali per l’intero ecosistema, danno da mangiare alle galline, le vedono covare le uova». Ma soprattutto iniziano «a conoscere la natura, a capire quanto sia importante ma allo stesso tempo quanto lavoro e rispetto richieda, imparano cosa vuol dire crescere un animale e le cure di cui necessita - rimarca -. Tutto ciò è fondamentale per essere un adulto di domani migliore». Una «missione» fatta di sacrifici. «Dedicare la propria vita alla cascina richiede impegno costante - riflette la 28enne -: non ci sono orari, né festività, ma non cambierei mai questo lavoro. Ogni attività ti ripaga degli sforzi compiuti: gli animali ciò che li circonda sono terapeutici per il corpo e lo spirito». Sono circa 40 i bovini allevati e destinati al macello di fiducia per la vendita a privati. Ma la chiave di svolta è stata l'introduzione degli equini. Giada, il primo cavallo a entrare nell’azienda, è e ancora pronta a «giocare» con i piccoli visitatori. «Questi animali hanno poteri benefici e ne sono coscienti - sottolinea Francesca Valetti -: sanno quando devono mettersi a disposizione dei bambini e riescono a decifrarne il carattere e, per ciascuno di loro, adottano un comportamento diverso». Introdotta da qualche anno la fascinosa «monta Western». Una rarità nel Bresciano che conquista sempre più. Ogni cavallo e pony è salvato dal macello, o arriva da situazioni difficili, di maltrattamenti. «Qui tornano a vivere e quando invecchiano non vengono più usati per la scuola, negli ultimi anni devono solo ricevere il nostro amore e le nostre attenzioni», sottolinea Francesca fiera rappresentante di «un lavoro prettamente maschile. L’attività fatica ancora a dare spazio alle donne che, per farsi valere, devono dimostrare il triplo di quanto faccia l’uomo. Ma passo dopo passo - conclude - continuerò a portare avanti una tradizione volgendo lo sguardo al futuro».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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