IL CASO

Emergenza idrica: il braccio di ferro si sposta sul Garda

Svaniti gli effetti dei temporali, il bacino è tornato di nuovo in sofferenza. Venerdì il tavolo di lavoro nella sede della Comunità. Ceresa: «Stiamo facendo di tutto. Ma gli agricoltori rispettino i livelli dei prelievi stabiliti»
Svaniti gli effetti dei temporali, il bacino del Garda è di nuovo in sofferenza
Svaniti gli effetti dei temporali, il bacino del Garda è di nuovo in sofferenza
Svaniti gli effetti dei temporali, il bacino del Garda è di nuovo in sofferenza
Svaniti gli effetti dei temporali, il bacino del Garda è di nuovo in sofferenza

Messo (per ora) in sicurezza il lago d’Idro con l’arrivo di 5 milioni di metri cubi di acqua in più dal Trentino grazie all’accordo tra Regione e i gestori dei bacini idroelettrici, adesso nell’immediato le attenzioni sono rivolte ai livelli del lago di Garda. Svaniti nel giro di 48 ore i benefici effetti dei temporali d’inizio settimana, il bacino benacense è entrato nuovamente in sofferenza continuando la decrescita di un centimetro abbondante al giorno. Ieri il livello si attestava a 68 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera con afflussi registrati in 29 metri cubi al secondo e deflussi misurati all’edificio regolatore di Salionze a 70 metri cubi al secondo, e una percentuale di riempimento dell’invaso al 52%. A questo giro, il terzo nel nuovo millennio dopo le magre del 2003 e 2007 quando a metà settembre il lago toccò i suoi minimi storici con 8 cm sopra lo zero idrometrico, c’è anche la “grana” Aipo (l’Agenzia interregionale per il fiume Po) che nei giorni scorsi ha chiesto ai gestori dei laghi lombardi di contribuire alla salvezza del fiume rilasciando il 20% di volumi di acqua in più.

«Stiamo già facendo la nostra parte dal 22 giugno quando i deflussi sono stati portati da 65 a 70 metri cubi al secondo, precisa il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa -: circa 15 metri cubi dei 70 sono destinati al Po. Siamo e staremo su questi volumi, fiduciosi che fra sette giorni in occasione del tavolo di lavoro organizzato proprio qui nella nostra sede a Salò con tutti gli attori principali delle gestione delle acque gardesane, si possa armonizzare gli sforzi per gestire la crisi idrica. Con questa situazione meteo più di così il lago di Garda non può fare: adesso attraverso i due canali Virgilio e Seriola stiamo convogliando acqua verso gli usi agricoli delle campagne del mantovano e, come detto, contribuendo anche a mandare acqua verso il fiume Po, ma dobbiamo salvaguardare anche gli altri usi plurimi del lago (balneazione, navigazione, turismo, industriale, ecosistemi e ittiofauna)». L’obiettivo è di arginare l’emergenza provando ad arrivare a fine stagione, ma avanti di questo passo la fatidica soglia minima del livello delle acque a 30 centimetri è destinata ad arrivare se nel frattempo non piove, nella prima decade di agosto. «Noi - chiosa Ceresa - stiamo facendo di tutto per arginare l’emergenza e da quello che leggo, sarebbe magari anche il caso facessero altrettanto anche gli agricoltori dell’asta del Po provando a rispettare i prelievi di acqua che sono andati oltre la misura stabilità del 20%».

Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Lorenzi presidente del Consorzio del Mincio: «Stiamo irrigando provando a limitare gli apporti idrici per salvaguardare i livelli del lago, importanti anche per alcuni Comuni del mantovano (i laghetti di Mantova, patrimonio Unesco, sono alimentati dalle acque gardesane). Per ora siamo stati bravi a fornire acqua al Po, negli ultimi giorni anche qualcosa in più di quanto richiesto, ma è necessario dare un occhio anche al Garda. Non vogliamo (come nel 2003 e 2007) arrivare al commissariamento della gestione idrica: il sistema Garda-Mincio è in sintonia con gli stakeholder di valle. Tra qualche giorno dobbiamo fare punto e a capo e pensare anche ai livelli del lago». •.

Suggerimenti