Farmacie pronte a vaccinare: in 214 dicono sì alla campagna

di Lisa Cesco
Ha aderito  al progetto il 56% delle farmacie bresciane, 214 su 382
Ha aderito al progetto il 56% delle farmacie bresciane, 214 su 382
Ha aderito  al progetto il 56% delle farmacie bresciane, 214 su 382
Ha aderito al progetto il 56% delle farmacie bresciane, 214 su 382

Sono 214 le farmacie bresciane che hanno dato la loro disponibilità a vaccinare nella campagna contro il Covid: i nominativi sono stati trasmessi ieri da Federfarma Brescia alla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, per predisporre il piano nazionale di distribuzione dei vaccini. «Questi dati vogliono essere una prima mappatura delle 19 mila farmacie italiane, per capire il livello di adesione e organizzare la logistica – spiega Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia - Da una prima valutazione la disponibilità emersa sulla nostra provincia è buona e risulta più elevata rispetto ad altre, segno del ruolo proattivo svolto dalle nostre farmacie, come già accaduto con i test sierologici e i tamponi rapidi». Nel Bresciano ha aderito il 56 per cento delle farmacie, pari a 214 su 382 totali, e non è escluso che altre se ne possano aggiungere in un secondo momento. I diversi tasselli che si stanno completando in queste settimane delineano i contorni del progetto, pensato per conferire capillarità alla campagna di vaccinazione di massa. L’accordo quadro nazionale, firmato di recente da Governo, Regioni, Federfarma e Assofarm, ha definito i requisiti e il ruolo della farmacia in tutto il percorso, dalla prenotazione del vaccino alla fase di consenso informato fino alla somministrazione e osservazione, per garantire che la procedura si svolga in sicurezza e tranquillità. «Le farmacie possono avere spazi fino a un minimo di 40 metri quadri, e potranno organizzarsi per effettuare le immunizzazioni anche all’esterno, nelle pertinenze della sede, allestendo gazebo dedicati – chiarisce Mottinelli -. Sarà possibile vaccinare a battenti chiusi, ad esempio in pausa pranzo o dopo l’orario di chiusura, un’opzione importante soprattutto per le farmacie più piccole, tenuto conto che all’interno del proprio staff bisognerà dedicare due persone alle operazioni vaccinali, per svolgere tutti gli adempimenti necessari come accoglienza, raccolta di anamnesi e consenso informato, monitoraggio di 15 minuti dopo l’iniezione». Intanto sono qualche centinaio anche nel Bresciano i farmacisti che hanno completato il corso dell’Istituto Superiore di Sanità, necessario per diventare vaccinatori, che sarà seguito il 12 aprile da un’appendice più specifica e da una parte pratica. La vaccinazione in farmacia è già prevista in gran parte d’Europa e nel Regno Unito, dove i farmacisti vaccinano con un protocollo del consenso informato analogo a quello italiano perché steso su base europea, così come è sovrapponibile il protocollo operativo dell’assistenza in caso di reazioni avverse, già impiegato anche in Francia. «E’ plausibile che il vaccino somministrato in farmacia sarà il monodose di Johnson & Johnson, per la praticità di conservazione in frigorifero. Dai primi riscontri, emersi durante le riunioni di Federfarma nazionale, dovrebbero essere non più di una decina al giorno i vaccini disponibili per ciascuna farmacia, mentre la modalità di prenotazione per gli utenti sarà mediante piattaforma informatica», anticipa la presidente di Federfarma Brescia, Clara Mottinelli, che siede anche nel Consiglio di presidenza di Federfarma nazionale, auspicando che ci possa essere comunque un confronto aperto con i medici (non previsti nella campagna vaccinale in farmacia). Sulla data di avvio delle immunizzazioni, invece - ipotizzata già a fine aprile - Mottinelli sceglie la via della prudenza. «Entreremo in gioco nella fase di vaccinazione di massa - ricorda senza sbilanciarsi troppo sul giorno previsto per il via alla campagna - Molto dipenderà dai tempi necessari a completare le immunizzazioni riservate ad anziani e fragili, e soprattutto dall’effettiva disponibilità dei vaccini».•.

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