Febbre del Nilo, attenzione alta ma si vuole evitare allarmismo

di Milena Moneta
Altri interventi  di disinfestazione interesseranno soprattutto i parchi
Altri interventi di disinfestazione interesseranno soprattutto i parchi
Altri interventi  di disinfestazione interesseranno soprattutto i parchi
Altri interventi di disinfestazione interesseranno soprattutto i parchi

«Non ricorrerò a interventi generalizzati di nebulizzazione di veleni più scenografici che utili: creerebbero solo disagi e non rientrano nelle linee guida dell’Ats. Saranno eventualmente eseguite su aree pubbliche circoscritte, prima di eventi o appuntamenti che richiamano un gran numero di persone». A comunicarlo è il sindaco di Cigole, Marco Scartapacchio, il paese dove si sarebbe verificato il primo caso, sui tre registrati, di morte nella nostra provincia per encefalite provocata dalla cosiddetta «febbre del Nilo».Il sindaco del paese bassaiolo vuole però rassicurare i propri cittadini. «Purtroppo solo giovedì sera sono riuscito ad avere qualche notizia ufficiale dagli organi preposti e mi spiace dover riferire di un decesso - commenta -, ma la febbre è una malattia virale che viene trasmessa attraverso punture di zanzare, non di specie esotica, ma comuni, e comunque non è trasmissibile da persona a persona. In più del 99% dei casi si guarisce senza nemmeno rendersi conto di aver contratto la malattia e può capitare che venga scoperta in ospedale su pazienti ricoverati per altri problemi». Potrebbe essere il caso del 74enne di Cigole morto per altro, ma comunque risultato infetto e registrato come tale L’Amministrazione interverrà sulle caditoie stradali con larvicida e con le tradizionali disinfestazioni, ricordando con un’ordinanza «il forte ruolo dei focolai in ambito privato per cui è indispensabile che tutti intraprendano iniziative di lotta larvicida diretta e assumano comportamenti preventivi». Sull’importanza di informare la popolazione insiste anche il comune di Ghedi, il paese della Bassa dove risiede la donna risultata infetta e per questo ricoverata in ospedale. In queste ore cresce il numero di persone che contatta l’ufficio Ecologia del Comune riferendo di avere trovato «una zanzara del Nilo». L’assessore all’Ecologia Luca Mostarda ricorda che non è un tipo di zanzara ad essere pericolosa, ma il virus di cui solo poche possono essere vettore e che a Ghedi la prevenzione, affidata a una impresa specializzata, è sempre stata praticata su larga scala e da tempo. Quattro trattamenti per abbattere le zanzare adulte, uno larvicida nei tombini sono già stati eseguiti; altri si faranno a settembre e proseguiranno anche a ottobre. Nella notte del 9 agosto è stata eseguito un trattamento speciale anche sulle strade vicino all’abitazione della signora ricoverata in ospedale, avvisando la cittadinanza con la collaborazione della Protezione civile. «Ringrazio loro e i dipendenti dell’ufficio Ecologia che sono rientrai dalle ferie per affrontare la situazione -riprende Mostarda- anche se non c’è da allarmarsi, i casi di malattia attualmente quasi nulli». Nel frattempo Ats informa che le persone infette restano due (la donna di Ghedi ricoverata e un soggetto asintomatico), a cui se ne aggiungono 5 residenti nel Mantovano. Un aspetto quest’ultimo che preoccupa i paesi limitrofi dove i sindaci hanno emesso ordinanze per comportamenti preventivi. «Possiamo intensificare gli interventi, ma le aeree verdi pubbliche sono solo una piccola percentuale: è necessario che i privati collaborino per fare sistema e scongiurare così ogni rischio», conclude il sindaco di Ghedi Federico Casali.•.

Suggerimenti