Fiamme e sprangate ai veicoli Raid incendiario nell’officina

di Mario Pari
Alcuni dei veicoli contro cui venerdì si è sprigionata la violenza FOTOLIVELa polizia   sul luogo del raid contro i veicoli parcheggiati in via Di Vittorio a Brescia, e riconducibili a una vicina officina. Non ci sarebbe stato alcun segnale nei confronti dei proprietari
Alcuni dei veicoli contro cui venerdì si è sprigionata la violenza FOTOLIVELa polizia sul luogo del raid contro i veicoli parcheggiati in via Di Vittorio a Brescia, e riconducibili a una vicina officina. Non ci sarebbe stato alcun segnale nei confronti dei proprietari
Alcuni dei veicoli contro cui venerdì si è sprigionata la violenza FOTOLIVELa polizia   sul luogo del raid contro i veicoli parcheggiati in via Di Vittorio a Brescia, e riconducibili a una vicina officina. Non ci sarebbe stato alcun segnale nei confronti dei proprietari
Alcuni dei veicoli contro cui venerdì si è sprigionata la violenza FOTOLIVELa polizia sul luogo del raid contro i veicoli parcheggiati in via Di Vittorio a Brescia, e riconducibili a una vicina officina. Non ci sarebbe stato alcun segnale nei confronti dei proprietari

C’erano quelli «con le bottiglie piene di benzina» e gli altri «con le spranghe». Il bilancio è di una ventina di veicoli danneggiati o completamente distrutti in via Di Vittorio, nella zona industriale di Brescia. Il raid non è avvenuto in piena notte, ma quando mancava circa un quarto d’ora alle 21 di venerdì. Nel mirino una grande officina di proprietà di un cittadino indiano. Più che all’officina, in realtà le attenzioni sono state riservate ai veicoli, parcheggiati all’esterno. Mezzi di proprietà dei meccanici, come il carro attrezzi, oppure che i clienti avevano portato a riparare. E che ora si ritrovano, nella migliore delle ipotesi ad avere “solo“ il parabrezza preso a sprangate. Nella mattinata di ieri lo sguardo desolato dei proprietari, di chi lavora e dei loro amici si coglieva tristemente all’esterno dell’officina. Tra loro anche il figlio del titolare che ha vissuto l’accaduto praticamente in diretta. «Stavo cenando - racconta - nello spazio che è predisposto sopra l’officina quando ho sentito i primi colpi. Sono sceso e quello che sono riuscito a vedere con chiarezza era una Bmw “320“ bianca». Ma c’erano «anche uomini con una bottiglia di benzina che incendiavano e altri con sbarre di ferro che colpivano». È stato lui «a chiamare i carabinieri» che «sono arrivati poco dopo sul posto». In via Di Vittorio sono arrivati anche la polizia di Stato e ovviamente i vigili del fuoco. A quel punto però il dramma si era già consumato, nei pressi della fermata della linea 15. Ora le indagini sono affidate alla squadra Mobile della Questura di Brescia. «Siamo qui - prosegue il figlio del titolare- da cinque, sei anni e non ci è mai capitato nulla. Anche in questo caso non abbiamo ricevuto alcuna minaccia. Abbiamo clienti sia italiani che stranieri, non c’è stato alcun segnale che potesse accadere una cosa del genere, proprio niente». Il raid sarebbe stato compiuto in qualche minuto da diverse persone, pare arrivate con tre auto. Come sempre in questi casi assumono una rilevanza fondamentale le immagini delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza. Un’attività non semplice quella della polizia dal momento che le telecamere possono inquadrare solo all’interno delle aziende. Proprio per questo, con ogni probabilità, non sono state toccate in alcun modo le vetture che erano all’esterno dell’officina, ma dentro la recinzione. Per il timore di finire ripresi e quindi individuati. Ma nella zona se non tutte le aziende, certamente molte, sono dotate di telecamere, quindi qualche ripresa utile potrebbe già esserci. E in effetti del materiale da analizzare e visionare sarebbe già stato trovato dagli investigatori. Il giovane intervistato, in ogni caso, lanciaun appello: «Chi ha visto qualcosa o sentito, o dispone di immagini che possono essere utili alle indagini, si rivolga alla polizia». Quantificare il danno ora sembra piuttosto difficile. Nella maggior parte dei casi, i veicoli parcheggiati sul lato della via in cui si trova l’officina e in quello opposto, sono stati prese a sprangate, con colpi secchi o strisciate, su parabrezza e finestrini. Poi ce ne sono alcune incendiate. Sono queste le prime fasi d’indagine, quelle in cui si lavora alla raccolta del materiale. L’attesa è molta per capire in quale contesto inquadrare il raid contro l’officina. •.

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