«Ginnaste maltrattate» Sentiti i vertici federali

di Paolo Cittadini
La procura  di Brescia li ha voluti sentire come persone informate dei fatti per la vicenda dei presunti abusi denunciati da una decina di ginnaste
La procura di Brescia li ha voluti sentire come persone informate dei fatti per la vicenda dei presunti abusi denunciati da una decina di ginnaste
La procura  di Brescia li ha voluti sentire come persone informate dei fatti per la vicenda dei presunti abusi denunciati da una decina di ginnaste
La procura di Brescia li ha voluti sentire come persone informate dei fatti per la vicenda dei presunti abusi denunciati da una decina di ginnaste

Per quasi tre ore hanno risposto alle domande del pubblico ministero Alessio Bernardi che li ha voluti sentire come persone informate dei fatti sulla vicenda dei presunti abusi, fisici e psicologici, denunciati da una decina di ginnaste bresciane iscritte in una palestra federale della provincia. Il presidente della Federazione Ginnastica d’Italia, Gherardo Tecchi, il segretario generale della Federazione, Roberto Pentrella, e il direttore tecnico della Nazionale di ginnastica ritmica, Emanuela Maccarani, sono arrivati in procura a Brescia poco dopo le 13. «Non abbiamo assolutamente nulla da dire», il commento sbrigativo del presidente federale arrivato a palazzo di Giustizia con il segretario generale. Nessuna parola invece da Emanuela Maccarani, arrivata a una decina di minuti di distanza da i due dirigenti federali. Tre ore dopo se ne sono andati lasciando il palazzo di Giustizia da una uscita secondaria per dribblare i giornalisti. La procura di Brescia li ha convocati nei propri uffici per contestualizzare a livello nazionale, dopo avere sentito le ginnaste che hanno denunciato i presunti maltrattamenti, i fatti bresciani su cui dallo scorso agosto si sono accesi i riflettori degli inquirenti (le indagini sono state affidate alla Mobile della questura di Brescia) dopo l’esposto presentato dalle prime ginnaste e che ha anticipato le dichiarazioni di due atlete nazionali che hanno raccontato di presunte vessazioni e di un controllo ossessivo del peso all’interno dell’Accademia di Desio diretta da Emanuela Maccarani e da qualche giorno commissariata. Facile pensare che nel corso del lungo incontro di ieri pomeriggio gli inquirenti bresciani abbiano chiesto alla commissaria tecnica della Nazionale se l’Accademia abbia mai chiesto alle palestre affiliate di applicare lo stesso «metodo» denunciato dalle ginnaste coinvolte nella vicenda che ha investito il mondo della ritmica. Se a Brescia è la giustizia penale a cercare di fare chiarezza, a Desio è invece quella sportiva a voler accertare dove stia la verità dei fatti. Ieri mattina nel quartier generale della ginnastica ritmica italiana, l’Accademia appunto, sono iniziate le audizioni da parte della procura federale. Oltre ad alcune ginnaste è stata ascoltata anche la stessa Emanuela Maccarani. «Sono appena stata sentita dal procuratore federale e sono molto serena - ha spiegato l’allenatrice all’uscita dell’Accademia poco prima di partire per Brescia - Le indagini sono in corso e non posso assolutamente aggiungere altro. Ora attendiamo che la giustizia sportiva compia le indagini dovute». Le audizioni proseguiranno anche nella giornata odierna. «Stiamo affrontando con grande serietà questo momento- ha sottolineato ieri il procuratore federale Michelle Rossetti arrivato a Desio da Roma - Ogni segnalazione di comportamenti non corretti per noi va valutata prontamente. In questi due giorni sentiremo tutte le parti tra atlete, tecnici e staff e nel caso accertassimo eventuali responsabilità prenderemo i dovuti provvedimenti. È utile ricordare che quella che stiamo conducendo è un’indagine conoscitiva attivata d’ufficio proprio perché non c’è alcuna denuncia corrispondente alle segnalazioni riportate dalla stampa. Ma per la serietà che contraddistingue la procura federale ci è sembrato doveroso fare chiarezza con la massima tempestività».•.

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