Green pass, i dubbi di bar e ristoranti «Troppe incognite»

di Marta Giansanti
Dal 6 agosto  Green pass obbligatorio per  ristoranti e bar al chiuso
Dal 6 agosto Green pass obbligatorio per ristoranti e bar al chiuso
Dal 6 agosto  Green pass obbligatorio per  ristoranti e bar al chiuso
Dal 6 agosto Green pass obbligatorio per ristoranti e bar al chiuso

A poco meno di una settimana dall’obbligatorietà del Green pass, prevista per venerdì, sono ancora troppi i dubbi che tengono sotto scacco i pensieri di esercenti: baristi e ristoratori in primis. Quesiti riversati sulle associazioni di categoria, per cercare di dipanare una nebbia che avvolge la misura governativa su questioni di ordinaria amministrazione. Dal controllo ai clienti che intendono usufruire dei servizi igienici alla necessità di avere personale vaccinato (e non solo). Risposte difficili da ottenere: si resta in attesa delle faq ministeriali, perché per ora - specifica Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti della Lombardia Orientale - le risposte ricevute non sono sufficienti. «I nostri uffici a livello nazionale sono in trincea - conferma anche Carlo Massoletti, presidente di Confcommercio Brescia -: ci siamo attrezzati per dare risposte precise alle infinite domande che ci vengono poste ma non è così semplice. Un notevole lavoro informativo per cercare di arrivare pronti al 6 agosto». L’ora X sta per scoccare ma l’ambiguità del provvedimento regna ancora sovrana. «Restiamo in attesa - sottolinea Massoletti -, aspettiamo di capire verso quale direzione si intende andare. L’attività dei pubblici esercizi è fortemente condizionata da questa norma che vive, però, di un paradosso: non è detto, infatti, che il dipendente, che controlla la certificazione verde dei clienti, sia vaccinato». Un percorso verso l'obbligatorietà del personale che prima o poi dovrà essere affrontato. «Un passaggio molto delicato, da concordare con le rappresentanze dei lavoratori ma è impensabile restare in questo limbo», aggiunge Massoletti. Una manovra che servirà a mettere in sicurezza consumatori e collaboratori, ed evitare future chiusure. «Una possibilità apocalittica che non intendo nemmeno prendere in considerazione - chiosa il leader dei commercianti bresciani-. Chiudere di nuovo tutto non avrebbe alcun senso nelle circostanze in cui siamo, dobbiamo solo pensare a recuperare quanto perso nei mesi passati, con l'auspicio che le imprese ancora ferme, tra cui le discoteche, possano ripartire in fretta». Una prospettiva che rinnega in toto anche la presidente di Confesercenti. «Se il Green pass rappresenta l’unica soluzione per scongiurare chiusure o fasce di colore, ben venga, ma si dovrebbero rivedere modalità e tempistiche». Prendere in considerazione, prima di tutto, la stagionalità. «Le attività in estate lavorano prettamente con i dehor: si potrebbe quindi posticiparne di qualche settimana l’entrata in vigore», sottolinea. Ma non solo. A preoccupare pure la gestione dei controlli demandata completamente ai commercianti. «Il ruolo del controllore è complesso: oltre a inquadrare il Qrcode attraverso un’app, l’esercente dovrà visionare i documenti della persona per accertare che i dati combacino - spiega Quaresmini -: operazione di per sé scomoda, fattibile nei momenti della giornata in cui il lavoro è meno frenetico, difficilissimi con flussi più evidenti». A rendere discriminatoria l’obbligatorietà del lasciapassare un altro aspetto: «In caso di pioggia o nei posti di montagna dove la sera le temperature sono proibitive, non è possibile mangiare all’esterno: i clienti con la certificazione potranno entrare, spero però che i contingentamenti e i distanziamenti vengano meno, altrimenti tutto questo non ha senso». Guardando, invece, al fronte degli addetti ai lavori la visione non è univoca e si divide nella proverbiale «lotta» tra favorevoli e contrari. «Sono d’accordissimo - tuona Ettore Ranzani, titolare del locale Estrella di via Tosio -: per colpa di pochi non possiamo rischiare di chiudere di nuovo». Nessuna preoccupazione sulle future incombenze: «Controlliamo già i ragazzi, per evitare di dar da bere ai minorenni, farlo anche con gli adulti non è di certo un problema». Diversa la posizione di Emilio Zanola, presidente della Fiepet Confesercenti locale e titolare della Trattoria Castello di Serle: «Controllare tutti non è di così facile attuazione sia perché dovremmo pagare una persona che se ne occupi sia perché va a colpire la riservatezza del cliente», spiega. Ad accomunarli, un unico pensiero: se l’introduzione del Green pass permetterà di evitare ulteriori chiusure, nessuna obiezione. •.

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