il focus

Guardie giurate, dalla licenza alle attitudini: limiti e doveri di una delicata professione

di Cinzia Reboni
Paolo Tempini (segretario Fisascat): «Legittimo portare con sé l'arma anche fuori servizio ma è evidente che non si possa entrare così in uno stadio. Test e visite mediche costanti»
La palazzina di Corte Franca nella quale abita il piccolo di un anno rimasto ferito dallo sparo nella sera di FerragostoQuella della guardia giurata è una professione considerata a rischio
La palazzina di Corte Franca nella quale abita il piccolo di un anno rimasto ferito dallo sparo nella sera di FerragostoQuella della guardia giurata è una professione considerata a rischio
La palazzina di Corte Franca nella quale abita il piccolo di un anno rimasto ferito dallo sparo nella sera di FerragostoQuella della guardia giurata è una professione considerata a rischio
La palazzina di Corte Franca nella quale abita il piccolo di un anno rimasto ferito dallo sparo nella sera di FerragostoQuella della guardia giurata è una professione considerata a rischio

 

Chi ha in custodia una pistola per svolgere la propria professione conosce perfettamente le regole d'ingaggio ed è perfettamente consapevole dei rischi penali e delle aggravanti in un processo per uso improprio o imprudente delle armi. I controlli psico-attitudinali sono rigorosi, ma come è naturale ognuno risponde personalmente delle proprie azioni. È questa in estrema sintesi la valutazione dei responsabili delle agenzie di vigilanza della provincia, che preferiscono non esporsi in prima persona «alla luce della delicatezza del caso». Nessuna difesa d’ufficio, ma piuttosto l’invito a non colpevolizzare la categoria.

La domanda che circola a Corte Franca ma anche un po’ ovunque è se una guardia giurata possa uscire armata per strada, anche se il suo turno di lavoro è finito. La risposta è sì, perché segue le direttive di una normale licenza di porto d'armi, concessa per esigenze di servizio e difesa personale. La questione insomma non è tanto stabilire se l'uomo potesse portare l'arma con sé, quanto l'uso improprio che ne ha fatto.

La licenza, rilasciata dalla Prefettura, consente infatti l'acquisto e la detenzione di un'arma, e il «diritto» di portarla anche fuori dalla propria abitazione. Il ruolo di una guardia giurata – nella nostra provincia se ne contano un migliaio – è quello di prevenire e reprimere reati. Il vigilante non viene armato alla leggera. Deve dimostrare di essere affidabile e avere requisiti psicofisici e attitudinali specifici, definiti in Italia dall'articolo 138 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. A questi si aggiungono, tra gli altri, la fedina penale pulita. «Le guardie giurate hanno il regolare porto d'armi, e quindi possono legittimamente portare l'arma anche fuori servizio, con tutti i limiti di legge previsti: ed è evidente che non si può andare allo stadio con l'arma addosso – spiega Paolo Tempini, guardia particolare giurata prima all'Italpol e poi alla Vigilanza Città di Brescia, impegnato dal 2004 come rappresentante sindacale aziendale ed attuale segretario generale della Fisascat Cisl -. È consentito semplicemente perchè una guardia giurata è una persona che, per il tipo di lavoro che svolge, è sempre esposta a situazioni di pericolo. E' una difesa personale a tutti gli effetti».

La proposta di depositare le armi dei vigilantes nelle sedi delle agenzia a fine turno, avanzata tempo fa, «riguardava in particolar modo le armi lunghe utilizzate per il trasporto valori – aggiunge Tempini -. Non così per le pistole». Il libretto che consente alle guardie giurate di prestare servizio armato dura 6 anni, e la licenza è da rinnovare ogni due anni: «Si tratta di visite mediche e test psico-attitudinali rigorosi – spiega Tempini -, perchè è evidente che ci deve essere un “controllo” costante. Nei casi estremi, esiste anche la revoca del porto d'armi, che costituisce un'azione cautelativa della sicurezza pubblica, in quanto diretta ad evitare il pericolo determinato dalla possibile disponibilità di armi in capo ad un soggetto che non ne fa un uso corretto».

Ne consegue che la revoca della licenza disposta dal prefetto priva la guardia giurata del titolo che la abilita al servizio. In caso di abuso che – come nel caso di Corte Franca – porterà ad azioni penali, è previsto anche l'aggravamento di pena. Diversi istituti di vigilanza privata organizzano corsi per guardia giurata, a cui sono ammessi i candidati che rispondono ai requisiti di idoneità. Si tratta di corsi sia teorici che pratici, che permettono di approfondire sia gli aspetti penali sia quelli operativi legati al lavoro. Questo perchè alla base di un lavoro così delicato ci dovrebbe essere sempre un'attenzione ed una preparazione particolari, per evitare l'uso, anzi l'abuso improprio di armi. •.

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