I 5 stelle aprono ai dem: «Uniti possiamo farcela»

di Giuseppe Spatola
Dino Alberti del M5SGian Antonio Girelli (Pd)Il segretario Vinicio PeluffoL'eurodeputato Pierfrancesco Majorino, candidato del Pd alle regionali in Lombardia
Dino Alberti del M5SGian Antonio Girelli (Pd)Il segretario Vinicio PeluffoL'eurodeputato Pierfrancesco Majorino, candidato del Pd alle regionali in Lombardia
Dino Alberti del M5SGian Antonio Girelli (Pd)Il segretario Vinicio PeluffoL'eurodeputato Pierfrancesco Majorino, candidato del Pd alle regionali in Lombardia
Dino Alberti del M5SGian Antonio Girelli (Pd)Il segretario Vinicio PeluffoL'eurodeputato Pierfrancesco Majorino, candidato del Pd alle regionali in Lombardia

Un accordo programmatico-elettorale tra M5S e PD per vincere in Regione. Lo chiede il consigliere regionale bresciano del M5s, Dino Alberti, che in un post su Facebook ha commentato i risultati dell'ultima rilevazione di Izi per le regionali in Lombardia e auspica un dialogo con il Pd: «Ma seriamente non a parole come fatto finora». «Pierfrancesco Majorino e M5s, ad oggi, arriverebbero al 41,4%, poco meno di 4 punti percentuali sotto Attilio Fontana - ha rimarcato il consigliere bresciano -. Considerando poi che l'idea di poter mandare a casa Fontana spingerebbe molti a votare l'alternativa, e quindi il divario si potrebbe azzerare se non invertire, non varrebbe la pena tentare il tutto per tutto?». Stessa linea indicata da Gian Antonio Girelli, ex consigliere Pd oggi onorevole: «La Lombardia è contendibile da tempo, ma oggi più di ieri. E il centrosinistra può finalmente giocarsi la partita. Se è vero che i sondaggi sono fallaci, perché spesso non hanno azzeccato i numeri, è anche vero che hanno sempre colto l'umore dell'elettorato. Più rilevazioni oggi concordano nell'effettivo crollo di consensi della Lega, che infatti in Lombardia sta perdendo non solo elettori ma anche sodali ed eletti nelle Istituzioni. Lo stesso Fontana è ben al di sotto delle percentuali delle politiche di due mesi fa, segno che anche i lombardi che l'hanno votato anni fa ora non lo voterebbero più. E anche il Terzo Polo che appoggia la Moratti non è competitivo. La stessa vicepresidente, con questi numeri, non può vincere e può solo partecipare sperando di arrivare terza, che significa però non essere nemmeno eletta in Consiglio Regionale». Ma il deputato va oltre: «Le elezioni, è evidente, saranno una sfida tra Fontana e Majorino, perché la legge elettorale lombarda prefigura la sfida tra i primi due, il terzo non è contemplato. Oggi Fontana può anche essere dato in vantaggio ma è in caduta libera e Majorino sta recuperando consensi, in nome di quel cambiamento che i lombardi meritano dai tempi bui della pandemia. Possiamo e dobbiamo farcela. Dobbiamo allargare il nostro orizzonte. Abbiamo settimane davanti per parlare con i cittadini, per spiegarci, per farci capire, per farci votare. Finalmente inizia la campagna elettorale». Il segretario del Pd lombardo Vinicio Peluffo, dissentendo sulla «gita» del leader del terzo polo in Lombardia Carlo Calenda, parla invece di «una grande illusione, quella che Azione propina ai lombardi, presentandosi con Gianmarco Senna, consigliere della Lega e sodale di Salvini fino a ieri». Per cinque anni «abbiamo fatto opposizione - ha detto il leader lombardo del Pd -. Abbiamo parlato e riparlato per settimane con lui e con Carretta, che dai banchi dell'opposizione ne ha dette di ogni alla Moratti e oggi è improvvisamente colto da vuoti di memoria, o con la Strada, che fino all'altro giorno era al tavolo con noi. Calenda in Lombardia viene a riproporci il suo tatticismo, quello che ha permesso alla Meloni di andare al Governo». Come dire che le distanti, almeno dal terzo polo, rimangono tali. •.

Suggerimenti