I «bambini in Braille»
chiedono rassicurazioni
alla Regione

La manifestazione dell’associazione «Bambini in Braille»
La manifestazione dell’associazione «Bambini in Braille»
La manifestazione dell’associazione «Bambini in Braille»
La manifestazione dell’associazione «Bambini in Braille»

Preoccupati dai contenuti delle nuove linee guida previste dalla riforma del sistema sociosanitario lombardo, che trasferiscono le competenze nella gestione dei servizi di supporto e inclusione per la disabilità sensoriale dai Comuni alle Ats, i genitori con figli ciechi o ipovedenti riuniti nell’associazione «Bambini in Braille» si sono radunati ieri davanti all’ingresso del Pirellino di via Dalmazia per esprimere i timori legati all’imminente ritorno in classe e per chiedere alle istituzioni regionali rassicurazioni in merito alla continuità del supporto fornito fino ad ora da una realtà d’eccellenza, il Centro per l’integrazione scolastica dei non vedenti di via Sant’Antonio.

SUPPORTATI da un gruppo di educatrici e tiflologhe abilitate all’accompagnamento dei piccoli ciechi e ipovedenti, le famiglie hanno biasimato i ritardi burocratici che hanno rallentato notevolmente le procedure di consegna dei libri di testo ingranditi o tradotti in caratteri braille: già pronti per essere ritirati dalle famiglie, i volumi sono stati «bloccati» in attesa di approvazione da parte dell’Ats. Tra gli altri problemi sollevati sono emersi quelli relativi alla copertura economica dei costi necessari al funzionamento del Centro non vedenti. La delegazione, guidata dalla presidente di «Bambini in Braille» Piera Sciacca e dalla vice Elena Trainini, è stata accolta dai consiglieri regionali Fabio Rolfi, Gian Antonio Girelli e Michele Busi, i quali hanno tamponato l’emergenza promettendo di sbloccare entro la settimana la distribuzione dei testi scolastici e l’assegnazione delle specialiste tiflologhe incaricate di seguire individualmente ogni alunno attraverso specifici progetti. Rolfi ha difeso la scelta della Giunta Maroni, resasi a suo avviso necessaria «per creare un servizio uniforme e certificato in tutte le province», ma ha altresì sottolineato l’intenzione di voler tutelare le competenze acquisite dal Centro in oltre vent’anni di esperienza.D.VI.

Suggerimenti