I tappeti di
Zaleski sui mosaici
di Santa Giulia

di Eugenio Barboglio
I tappeti della collezione esposti al Ridotto del Teatro Grande lo scorso anno FOTOLIVE
I tappeti della collezione esposti al Ridotto del Teatro Grande lo scorso anno FOTOLIVE
I tappeti della collezione esposti al Ridotto del Teatro Grande lo scorso anno FOTOLIVE
I tappeti della collezione esposti al Ridotto del Teatro Grande lo scorso anno FOTOLIVE

I tappeti della collezione Zaleski, la cui destinazione definitiva è ancora in un limbo, fanno tappa a Bergamo. In mostra in tre palazzi della città alta (Agliardi, Moroni e Terzi) il 15 e il 22 settembre. Appuntamenti che potrebbero essere anticamera di una collocazione permanente, con la nascita nella città orobica di quel Museo del Tappeto che sembrava poter nascere a Brescia. Brescia potrebbe perdere i tappeti preziosi in favore di Bergamo, è già stato scritto. Ma alcuni di quei manufatti tuttavia i bresciani, senza andare a Bergamo o a Venezia e senza aspettare il museo definitivo, potranno vederli dal vivo nei prossimi mesi a Santa Giulia. Le due fondazioni, Brescia Musei e Tassara, stanno studiando una mostra che coniughi due bellezze «orizzontali»: i tappeti e i mosaici romani delle ville dell’Ortaglia. Quando? Probabilmente nella prossima primavera. Si tratterebbe di sovrapporre i magnifici disegni, le figure orientali animali e floreali dei tappeti alle immagini variopinte dei pavimenti della Domus delle fontane e della Domus di Dioniso. Una combinazione che incrocia occidente e oriente. I tappeti coinvolti in Santa Giulia saranno solo una scelta dell’intera collezione, che è vastissima. Come è stato ripetuto ieri nella conferenza stampa a palazzo Agliardi che ha dato il là ai due giorni bergamaschi, «è la più importante del mondo, nessun’altra copre un’area geografica e un periodo storico tanto ampi». Sono 1325 «pezzi».


LE ESPOSIZIONI di Bergamo ideate dal docente della Cattolica di Brescia, Giovanni Valagussa, e quella futura di Santa Giulia sono operazioni che permettono di ammirare una selezione della collezione, ancora, come si diceva, alla ricerca di una «casa» definitiva, «una macchina che porduca cultura a partire dai tappeti». Che davvero potrebbe spuntare a Bergamo. Anche ieri non sono mancate le offerte di palazzi e ville, con padroni di casa disponibili ad ospitare i manufatti raccolti negli anni dal finanziere franco polacco con il supporto di Moshe Tabibnia. La pista bergamasca insomma è più che aperta e percorribile, anche se Fondazione Tassara ha registrato l’interesse anche di città straniere, come Varsavia e San Pietroburgo. «Faremo ogni sforzo per mantenere la collezione in Italia - ha sottolineato il presidente di “Tassara“, Flavio Pasotti - Fatto salvo che il nostro obiettivo è la valorizzazione del patrimonio donato dall’ingegner Zaleski». Le mostre di Bergamo - inserite nella cornice della manifestazione «Landscape festival 2019 - I Maestri del paesaggio», che mira a promuovere, aprendole al pubblico, 13 dimore storiche private di Bergamo - sono la terza tappa del percorso espositivo attraverso il quale la collezione viene portata a conoscenza del pubblico. Il primo episodio è stato «Serenissime trame» a Ca’ D’Oro a Venezia che abbinava quadri e tappeti e ha registrato 43 mila visitatori paganti, il secondo al Ridotto del Teatro Grande di Brescia. Un terzo potrebbe accadere nel 2020, visto che Dubai avrebbe avviato contatti con Tassara per avere i tappeti zaleskiani all’Expo. Quanto invece ad una sistemazione permanente, l’ipotesi che è stata al centro di un confronto con la Loggia era quella della Crociera San Luca. Ma ad oggi non vi è alcun segnale che possa essere oggetto di ristrutturazione. Bergamo pare insomma in pole position.


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