LA SCELTA

Il coraggio di quei pediatri in lotta contro altri virus

di Sara Centenari
Intervista al medico bresciano Gianpaolo Farina: paga di tasca sua un sostituto per lo studio e il viaggio per l'india, per andare a curare bambini malati e sieropositivi
I pediatri impegnati nei progetti consultabili su   ccwwitalia.org assistono gli ospiti di «Daddy’s home» e «Butterfly Hill», nell’Andhra Pradesh, ma la pandemia sta tenendo in sospeso questi interventiNei campus di Buddavaram l’organizzazione fornisce le medicine e l’istruzione: più difficile la situazione negli slum
I pediatri impegnati nei progetti consultabili su ccwwitalia.org assistono gli ospiti di «Daddy’s home» e «Butterfly Hill», nell’Andhra Pradesh, ma la pandemia sta tenendo in sospeso questi interventiNei campus di Buddavaram l’organizzazione fornisce le medicine e l’istruzione: più difficile la situazione negli slum
I pediatri impegnati nei progetti consultabili su   ccwwitalia.org assistono gli ospiti di «Daddy’s home» e «Butterfly Hill», nell’Andhra Pradesh, ma la pandemia sta tenendo in sospeso questi interventiNei campus di Buddavaram l’organizzazione fornisce le medicine e l’istruzione: più difficile la situazione negli slum
I pediatri impegnati nei progetti consultabili su ccwwitalia.org assistono gli ospiti di «Daddy’s home» e «Butterfly Hill», nell’Andhra Pradesh, ma la pandemia sta tenendo in sospeso questi interventiNei campus di Buddavaram l’organizzazione fornisce le medicine e l’istruzione: più difficile la situazione negli slum

Tutti sognano le ferie. Per rilassarsi. Tutti tranne qualcuno: qualcuno come il dottor Farina e un gruppo di altri medici che vanno controcorrente trasformando i giorni di vacanza in un impegno professionale in cui essere più attivi che mai. Più generosi, soprattutto. Si può appendere infatti il cartello «torno subito» alla pratica dell’altruismo? Non si può. Così il pediatra bresciano Gianpaolo Farina cosa escogita per portare aiuto dove ce n’è più bisogno, tipo il Sud-Est dell’India dove la percentuale di bambini sieropositivi è altissima? Dal 2010 prende le ferie a gennaio, paga un sostituto di tasca sua che copra le necessità dei pazienti di Brescia, sostiene il costo notevole del viaggio per il Paese asiatico e si rimette il camice a 40 gradi di temperatura con tassi di umidità che sfiorano anche il 40-50%.
La pandemia ha purtroppo impedito la staffetta di medici che si passano il testimone delle cure. Ma ripartiranno. Ccww Italia nasce oltre vent’anni fa dall’idea di numerosi pediatri di famiglia. «Uno degli interventi più articolati si materializza nello stato indiano rurale dell’Andhra Pradesh, dove il virus dell’Hiv è diffusissimo per la prostituzione massiccia e la promiscuità sessuale, senza protezioni e informazione». Qual è la conseguenza ancor più grave? Che moltissimi bambini sono sieropositivi o malati in modo conclamato di Aids per trasmissione verticale dalle madri. «In tanti casi si tratta di ragazze madri e prostitute che muoiono per la malattia lasciando orfani i piccoli. E piccolissimi - racconta il pediatra -. Spesso sono nonne e zie a occuparsene ma per le difficoltà economiche generali i bambini sono affidati a qualche struttura oppure, talvolta, lasciati per strada». Malati e abbandonati, soli al mondo. I medici in questione ne hanno avuto esperienza diretta? «Sì. In questi casi li raccogliamo dalla strada e li portiamo in ospedale». Uno dei pochi aspetti confortanti in questo scenario riguarda il fatto che lo Stato provvede a distribuire i farmaci per le persone sieropositive («una delle poche certezze per gli indigenti»), il problema è la discontinuità con cui molti giovanissimi assumono la terapia. Potrebbero convivere con l’infezione, tenerla sotto controllo: invece interrompono le cure. Segnando in modo tragico il proprio destino, anche per responsabilità delle famiglie. QUESTI MEDICI volontari (i cui progetti sono spiegati su ccwwitalia.org) provvedono, con competenze e risorse proprie, all’assistenza medica dei ragazzini ospiti delle strutture «Daddy’s home» e «Butterfly Hill», due campus nel villaggio di Buddavaram che hanno accolto più di mille ospiti minorenni, gestiti dalla onlus Care&Share. I pediatri garantiscono dal 2009 turni di 15 giorni nei mesi in cui le temperature rendono possibili i viaggi con finalità di cura, acquisto farmaci e vaccini, opera di divulgazione scientifica e informazione. I farmaci per l’Hiv vengono mandati dal centro alla periferia una volta al mese: bisogna recarsi all’ospedale. La scelta decisiva riguarda proprio l’approvvigionamento: «Una nostra infermiera ritira per tutti le medicine che poi vengono consegnate e somministrate in modo rigoroso a bimbi e ragazzi. Gli eventi critici hanno luogo quando qualcuno di loro torna ad esempio dai suoi o dalla nonna per le vacanze, smettendo di ritirare i farmaci». Per ragioni simili è morta la giovane Terry, «una dolcissima ragazza del campus che se n’è andata a 18 anni e alla quale abbiamo intitolato proprio uno dei progetti più importanti, tra quelli recenti. Una raccolta fondi per poter assumere una psicologa indiana che aiuta i ragazzi nel periodo in cui non ci siamo. Teniamo corsi, facciamo riunioni in cui parliamo di rischi della malattia, prevenzione, cura, igiene. Lo facciamo anche portandoli in “gita”, creando un’atmosfera adatta all’ascolto. Qui in Occidente noi conviviamo con la sieropositività ma è un impegno serio per chi lo vive, bisogna prendere ogni giorno i farmaci 2, 3 o 4 volte al giorno». È necessario preparare i ragazzi, renderli forti e consapevoli. Un progetto messo in piedi con l’amico neuropsicologo Art Camplone di Los Angeles che dedica anche lui i tempi di vacanza a questo scopo e ha compiuto preziosi studi su neonati con disabilità. Gli antiretrovirali un tempo erano erogati in India solo dai due anni in su, molti non riuscivano a sopravvivere: anche per questo è stato essenziale l’aiuto dei pediatri, che rendono ancor più letterale il giuramento di Ippocrate. E con loro infermiere bravissime, come quella «che con ostinazione è riuscita a far sopravvivere una bambina che fino ai due anni non era stata curata, con problemi a fegato e milza, colpita da infezioni alle orecchie, senza i timpani per le otiti». Una bimba che ha lottato con tutte le sue forze, e oggi ha 15 anni. •.

Suggerimenti