Addio polemico

Il deputato Volpi lascia la Lega: "Scaricato dopo 30 anni, Salvini deludente"

di Giuseppe Spatola
Atto d'accusa dell'ex sottosegretario di Palazzolo sull'Oglio contro la segreteria nazionale e locale: non ricandidato perché troppo vicino a Giorgetti. "Sbagliato far cadere Draghi. Da tempo ero a disagio. Me ne vado perché hanno voluto escludermi dal progetto"
Il deputato bresciano Raffaele Volpi dà l'addio alla Lega
Il deputato bresciano Raffaele Volpi dà l'addio alla Lega
Il deputato bresciano Raffaele Volpi dà l'addio alla Lega
Il deputato bresciano Raffaele Volpi dà l'addio alla Lega

L’addio al Carroccio dopo oltre 30 anni di militanza era nell’aria dopo l’esclusione dalle liste elettorali. Ma solo ora la scelta è chiara e senza ripensamenti: il bresciano Raffaele Volpi, già sottosegretario alla Difesa e presidente del Copasir, non è più uomo della Lega di Matteo Salvini.

Categorico

«Lascio la Lega dopo trent'anni», è categorico Volpi che mai avrebbe pensato a un divorzio consumato così velocemente e senza un vero dibattito interno al partito. «Lo faccio ora - ha spiegato Volpi - perché nell’esaurirsi dell’impegno parlamentare finisce il vincolo più sacro della democrazia ovvero quello con gli elettori che mi hanno votato. Ed ancora lo faccio ora perché voglio togliere qualsiasi equivoco su mie eventuali aspettative derivanti dal voto del 25 settembre».

Troppo vicino a Giorgetti

La rottura con la segreteria nazionale e locale si è consumata dopo la presentazione delle liste. Volpi è rimasto tagliato fuori perché proprio Salvini non lo avrebbe più voluto in parlamento. Il «niet» si sarebbe consumato perché il deputato di Palazzolo sull'Oglio è considerato uomo troppo vicino a Giancarlo Giorgetti. «La mia è una decisione sofferta ma che deriva da un disagio, peraltro non solo mio, che da un po’ provo - ha rimarcato l’ex presidente Copasir -. Un disagio che per lealtà e rispetto della comunità che mi ha accompagnato per tanti anni non ho fino ad ora espresso».

Un'altra casa?

Di più. Per Volpi che ha ufficializzato l’addio alla lega senza però indicare una alternativa politica immediata, la Lega non ha speso neppure promesse in previsione regionali. Da qui il malessere e il divorzio. «Nel mio mandato, prima come sottosegretario alla Difesa e poi come presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ho cercato di dare autorevolezza istituzionale e credibilità alle istituzioni che rappresentavo e sempre nell’interesse dell’Italia - ha proseguito -. In molti frangenti non ho potuto apprezzare le posizioni, a volte opache, del mio partito che non ha mai voluto arginare alcune voci interne, minoritarie ma rumorose, che schiacciavano l’occhio a No vax e negazionisti fino al punto di partecipare alle loro manifestazioni».

"Ero pro Draghi"

A pesare sulla decisione di Volpi è stata anche la scelta di far cadere Mario Draghi. Così ha spiegato l’ex capo Copasir: «Ho sostenuto l’ingresso della Lega nel governo Draghi convinto che oltre ad una necessità per l’Italia anche una occasione per dimostrare che il partito avesse raggiunto una spendibile autorevolezza nazionale e internazionale. Ma mai mi sarei immaginato che fin da subito si sarebbe palesato, in modo più o meno evidente, un atteggiamento dicotomico tra segreteria e delegazione al governo: sino al punto di non pubblicizzare quasi le attività e i corposi provvedimenti varati dai nostri ministri, fino a partecipare, poi, alle manovre che hanno determinato la caduta del governo stesso».

Resa dei conti

«Lascio la Lega con la sofferenza di chi ha percepito un progressivo distacco, quasi un abbandono politico e personale, una impossibilità di poter dare un contributo. Lascio con la sensazione di chi sente di non far più parte di un progetto e non per propria scelta». Come dire che in Lega sarà opportuno fare bilanci.

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