l'intervista

Il direttore di Ats Brescia: «Il virus circola: i bresciani siano più responsabili»

di Giuseppe Spatola
Claudio Sileo mette in guardia. Malgrado la tregua della stagione calda abbia portato all'azzeramento della mortalità, in provincia la media dei contagiati è di 5-600 al giorno: il 13% reinfettato
Le varianti del Covid proseguono ad infettare una media di 5-600 bresciani al giorno con il 13 per cento di reinfezioni
Le varianti del Covid proseguono ad infettare una media di 5-600 bresciani al giorno con il 13 per cento di reinfezioni
Le varianti del Covid proseguono ad infettare una media di 5-600 bresciani al giorno con il 13 per cento di reinfezioni
Le varianti del Covid proseguono ad infettare una media di 5-600 bresciani al giorno con il 13 per cento di reinfezioni

 

 

Una fase di stagnazione con i dati dei positivi che rimangono lontani dalla quota zero malgrado la mortalità sia praticamente nulla. La pandemia pare dare una tregua estiva rimanendo però alla porta con dati importanti che spingono il direttore generale di Ats Brascia, Claudio Sileo, a chiedere la massima responsabilità. «Per i dati e l’andamento purtroppo non possiamo dire che sia finita la pandemia, ma ha cambiato il suo aspetto. Noi oggi abbiamo una situazione di minore mortalità, quasi scomparsa. E’ chiaro che nella persona anziana e fragile il Covid può determinare la morte. Abbiamo una pressione sugli ospedali sicuramente e nettamente inferiore a quella delle scorse ondate anche se non riusciamo a scendere sotto il centinaio di pazienti ricoverati nei nostri ospedali. Il lago è sempre pieno: tante dimissioni facciamo tanti sono i nuovi ricoveri».

È colpa della nuova fase pandemica che non è endemica?

«E’ sicuramente colpa del terzo elemento cioè del numero ancora elevato di nuovi soggetti positivi. Abbiamo in media 500 nuovi casi al giorno.

Questo cosa vuol dire?

Che la circolazione del virus nelle sue varianti è un dato significativo. Noi siamo abituati anche a seimila positivi e 500 sembra poco. Oggi diamo per scontato che poche centinaia sia un dato accettabile. Il 13 per cento sono reinfezioni, mentre il resto sono residenti mai stati positivi che per due anni e mezzo hanno schivato la pandemia ed ora si sono contagiati. Il fatto che abbiamo numeri ancora alti non riesce a far azzerare il numero di accessi ai pronto soccorso e i ricoveri. La situazione clinica è più gestibile, però si richiede sempre il ricovero ospedaliero. Come dire che siamo in una fase di stagnazione. Rimane l’alta circolazione del virus e l’alta capacità di variare».

Questo non esclude il prosieguo della campagna vaccinale guardando all’autunno...

«Ricordiamo che questo quadro, che potrebbe essere quello dell’estate, è frutto non tanto delle vaccinazioni ma dei vaccinati. La differenza l’hanno fatta coloro che convinti sono andati a vaccinarsi. Il 95 per cento di vaccinazioni ci accompagna e ci tutela. Sul tema purtroppo abbiamo notato una frenata. la quarta dose per gli over ottanta e i soggetti a rischio non riesce a convincere la popolazione. Ma questo è legato al fatto che si sottovaluta la pandemia: non si muore e ci si ammala meno gravemente . C’è chi aspetta il nuovo vaccino di settembre e ottobre. Io dico però a chi potrebbe fare la quarta dose che sarebbe opportuno “coprirsi“ senza escludere l’eventuale vaccino autunnale».

Che dati ci sono sulle quarte dosi sul bresciano?

«Siamo sul 15 per cento degli over ottanta coperti. Vuol dire che almeno otto su dieci non hanno aderito. La gente è forse convinta che non serva più. Anche se poi ne stiamo facendo molte. L’invito è sempre forte».

Come ci si può tutelare in questa fase?

«Questo momento presuppone un alto livello di consapevolezza da parte dei cittadini e di responsabilizzazione. Il fatto che sia caduto l’obbligo delle mascherine non deve far cadere tutto. Questo vuol dire che serve essere più responsabile. Quello che fa la differenza è proprio la mascherina e poi il distanziamento. Ho visto con piacere in un mercato che molte persone vedendo il sovraffollamento usavano ogni precauzione. Ecco un atteggiamento corretto e responsabile. con 500 o 600 casi al giorno il virus esiste e gira».

E per l’autunno?

«Sicuramente riparte la campagna vaccinale e bisognerà vedere se ci sarà un vaccino unico per Covid e anti-influenzale. Quello che è certo che non ci sarà bisogno dei grandi hub. Noi abbiamo raccolto 44 farmacie aderenti al progetto con una potenziale capacità di 500 vaccini che portano il totale a 3 mila al giorno sul territorio di Ats con i centri vaccinali».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti