IL REPORTAGE

Il Freccia Rossa svuotato adesso è terra di nessuno

di Marta Giansanti
Nel parcheggio interrato la base dei pusher: sostanze da taglio, kit per le dosi, degrado tra rifiuti e incuria
Un’auto abbandonata da tempo nel parcheggio, circondata da rifiuti e sporcizia
Un’auto abbandonata da tempo nel parcheggio, circondata da rifiuti e sporcizia
Degrado al centro commerciale Freccia Rossa (foto Only Crew)

Eroina, crack, cocaina: una base dello spaccio a due passi dal centro storico. In un posto forse insospettabile. O forse no. Nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Freccia Rossa, tra il via vai di persone che entrano e escono dai mezzi parcheggiati, il consumo e il «taglio» di droghe pesanti vanno avanti da mattina a sera. Al piano -1, nascosti da un telone pubblicitario della palestra Virgin Active, ma proprio accanto a due posti auto, si consuma la vita e si preparano le dosi per distruggerne a centinaia.

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Polvere bianca, cucchiaini, siringhe e bottigliette diventate pipe per fumare crack

E ciò che si temeva si sta realizzando: il centro commerciale ormai svuotato è destinato a diventare terra di nessuno. Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, perché tra quei 2.500 posti auto gestiti da Brescia Mobilità - e a quanto pare senza controlli - si nasconde un’illegalità pericolosa. Che rischia nelle prossime settimane anche di proliferare. Nel frattempo, entrando nel parcheggio interrato da via Togni, girando un po’ si trova per terra una grande quantità di polvere bianca presumibilmente per tagliare eroina e cocaina, così da ridurre il quantitativo di droga da utilizzare, aumentare le dosi da vendere e massimizzare i profitti. Forse mannite, un lassativo venduto a prezzi bassissimi in farmacia, oppure latte in polvere, talco, bicarbonato, gesso: le sostanze più utilizzate e riconducibili a quella polvere bianca.

In ogni caso, il kit completo per il confezionamento, e pure il consumo, di droga: rotoli di alluminio da cucina, un cucchiaino, una siringa e tantissimi biglietti del parcheggio. Tutto pronto per iniettarsi o sniffare eroina; e ancora, pezzi di alluminio e tante bottigliette di plastica «modificate» a pipe rudimentali per fumare crack. Cristalli di cocaina dalla rapidissima assuefazione psico-fisica e dagli effetti devastanti: psicosi, stati paranoici, aggressività e alienazione. Tutto questo, però, in un parcheggio pubblico, battuto da chi lavora in zona e da chi è iscritto in palestra, anche di sera, tra cui molte ragazze e donne sole.

A «farsi» dietro il tendone e a preparare le dosi da vendere sono sempre in due. Coppie di ragazzi di origine straniera che si alternano. Ma c’è anche chi, con la sua bicicletta, così ben vestito e pulito, sembra strano possa essere «solo» un tossicodipendente. In ogni caso, tutto troppo inaspettato: per il luogo, piuttosto frequentato; per l’ora, non solo la sera ma anche nelle prime ore del pomeriggio; per la mancanza di timore di essere scoperti e per l’indifferenza dei cittadini che, senza battere ciglio, lasciano l’auto proprio accanto a loro.

Un'utilitaria abbandonata e colma di rifiuti da cui si sprigiona un fetore sgradevole

Ma non solo una base della droga: al piano superiore del parcheggio, non utilizzato da anni (lo dimostrano le condizioni in cui versa), a farla da padrone è l’odore acre che irrompe nelle narici e nei polmoni. Il tanfo di urina, feci e sporcizia invade gli spazi. Nel mezzo un’utilitaria abbandonata e colma di rifiuti, da cui si sprigiona un fetore sgradevole. Peccato però che, come stabilito dalle regole imposte da Brescia Mobilità, «l’utente che intenda parcheggiare l’autovettura per un periodo superiore ai 90 giorni deve darne preventiva comunicazione alla Direzione del parcheggio. In caso contrario al termine dei 90 giorni il gestore si riserva, secondo le norme di legge, la facoltà di procedere alla rimozione della vettura lasciata in sosta, dopo avere esperito preliminarmente tutti gli atti necessari ed opportuni».

Quell’auto, però, è lì da molto più di tre mesi senza che nessuno di dovere se ne sia mai accorto. Insomma, una situazione che rende ancora più amaro il destino di quello che una volta era il tempio dello shopping, e adesso è soltanto una sconsacrata cattedrale nel deserto.•.

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