SUL BENACO

Il Garda scende un centimetro al giorno: soglia critica vicina

di Luciano Scarpetta
Il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa: «Acqua al Po? Per il bacino sarebbe irrilevante, per noi un danno gravissimo»
L’uscita dell’acqua dal lago di Garda dallo sbarramento di regolazione della diga di Salionze
L’uscita dell’acqua dal lago di Garda dallo sbarramento di regolazione della diga di Salionze
L’uscita dell’acqua dal lago di Garda dallo sbarramento di regolazione della diga di Salionze
L’uscita dell’acqua dal lago di Garda dallo sbarramento di regolazione della diga di Salionze

 

 

La pioggerellina caduta nella mattinata di ieri per qualche istante è davvero una goccia nel lago, quasi una beffa: per il Garda è davvero iniziato il conto alla rovescia. Da quando il 13 giugno scorso i deflussi di acqua alla diga di Salionze sono passati a 65 metri cubi al secondo, il lago ogni giorno perde 1 centimetro abbondante di livello. Poco meno di 4 milioni di mc di acqua ogni 24 ore. Tradotto: con questa media la fatidica soglia dei 30 cm sopra lo zero idrometrico, oltre la quale sorgerebbero pesantissime ripercussioni per la navigazione pubblica e privata, balneazione ed ecosistemi lacuali, sarebbe raggiunta all’ultima settimana del mese di luglio o al più tardi nei primissimi giorni di agosto. Nel clou delle vacanze estive: «Ci aspettano dieci giorni torridi – annuncia il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa - e non è purtroppo di queste intensità di precipitazioni che abbiamo bisogno. Alla mancanza di pioggia dobbiamo aggiungere il fenomeno dell’evaporazione che per un bacino come il nostro con uno specchio d’acqua di 370 kmq non è irrilevante. Adesso c’è molto scompenso tra quanto entra e quanto esce dal lago».

Mercoledì 22 giugno, infatti,  il lago misurava allo zero idrometrico di Peschiera 75 centimetri: mezzo metro in meno dello scorso anno, quando alla stessa data le acque si attestavano a 125 cm. Il riempimento complessivo è del 58% mentre gli afflussi sono registrati a 19,7 metri cubi al secondo, a fronte di uscite di 65 metri cubi al secondo. «Non vogliamo arrivare tra poche settimane alla soglia critica – ammette Pierlucio Ceresa – e faremo di tutto perché ciò non accada. La nostra non è assolutamente una guerra tra il Garda e il Po, e non c’entra nemmeno il campanilismo. Aumentare ancora di 10 o 20 metri cubi al secondo le uscite di acqua dal Garda – sottolineo ancora – alla resa dei conti non cambierebbe nulla per il Po. Per il comprensorio benacense invece sarebbe gravissimo: soprattutto, non dimentichiamo, moltissimi Comuni della sponda veronese e bresciana avrebbero ripercussioni per l’approvvigionamento idrico. Non è un caso se lunedì prossimo proprio qui alla sede della Comunità del Garda a Salò, in occasione del tavolo di lavoro su questo tema con il segretario generale dell’autorità di bacino Meuccio Berselli ed i sindaci rappresentanti delle tre aree gardesane, Luisa Lavelli di Sirmione, Gianni Morandi di Nago Torbole e Stefano Nicotra di Torri del Benaco, parteciperanno anche Mario Bocchio e Angelo Cresco, rispettivamente presidenti di Garda Uno (Consigliere di Acque Bresciane) e Azienda Gardesana Servizi per la sponda veronese in merito all’utilizzo e distribuzione di acqua del lago di Garda per usi civili». L’ultimo inciso è per gli usi agricoli delle acque del lago: «Non è assolutamente vero che il Garda non intende dare acqua all’agricoltura. Anzi, tutta l’acqua in uscita attualmente è diretta ai Consorzi di valle».•.

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