«Non riesco più a lavorare. Queste udienze non finiscono mai». Così ha parlato Massimo Cellino, quando lo scorso 24 ottobre è comparso davanti al gip per l’udienza preliminare del procedimento che lo vede coinvolto con altre tre persone nella vicenda relativa all’acquisto del terreno di Torbole Casaglia, dove sorge il centro sportivo in cui si allena il Brescia.
E anche nelle prossime settimane Cellino sarà «ospite fisso» delle aule di giustizia. Il patron dei biancazzurri il 9 dicembre sarà davanti alla sezione Lavoro del tribunale di Brescia: Fabio Grosso, sulla panchina del Brescia 3 annate fa per 4 partite, ha chiesto al Brescia di riconoscergli il Tfr.
Il 27 gennaio è invece in calendario l’udienza davanti alla Cassazione dove si discuterà il ricorso presentato dai legali del presidente contro il maxi sequestro preventivo da 59 milioni di euro relativo all’inchiesta (la procura ha chiuso le indagini che lo vedono coinvolto con la moglie, la segretaria e un collaboratore; si attende la fissazione dell’udienza preliminare) per una serie di reati riguardanti il fisco.
Per gli inquirenti il patron del Brescia avrebbe fatto sparire milioni all’estero da una società all’altra occcultandoli in paradisi fiscali. Tre giorni dopo Cellino è atteso davanti al gip per l’udienza preliminare - quella del 24 ottobre è stata infatti rinviata dal giudice - relativa all’operazione di acquisto del terreno di Torbole Casaglia. Turbata libertà degli incanti il reato per cui è indagato. Con lui in aula ci saranno anche il sindaco di Torbole, Roberta Sisti, Mauro Ometto, assessore ai Lavori pubblici a Torbole al momento dei fatti contestati, e Fabio Vizzini, il professionista che aveva stimato il valore dell’area.•.