«Il treno a idrogeno non freni il progetto metro suburbana»

di Mimmo Varone
La stazione di Borgo San Giovanni è stata riqualificata dal Comune nell’ambito del progetto «Oltre la strada» con l’obiettivo a lungo termine del treno metropolitano
La stazione di Borgo San Giovanni è stata riqualificata dal Comune nell’ambito del progetto «Oltre la strada» con l’obiettivo a lungo termine del treno metropolitano
La stazione di Borgo San Giovanni è stata riqualificata dal Comune nell’ambito del progetto «Oltre la strada» con l’obiettivo a lungo termine del treno metropolitano
La stazione di Borgo San Giovanni è stata riqualificata dal Comune nell’ambito del progetto «Oltre la strada» con l’obiettivo a lungo termine del treno metropolitano

Era nell’aria che la «Hydrogen Valley» avrebbe spinto nelle retrovie il treno metropolitano Brescia-Iseo. Ora questo è nero su bianco nella delibera 7329 approvata dalla Giunta Fontana lunedì 14 scorso. E la Loggia insorge. «La Giunta Maroni, Ferrovie Nord, Provincia e Comune di Brescia avevano sottoscritto una convenzione che impegnava ad adeguare gli impianti ferroviari per garantire un servizio suburbano a cadenza semioraria tra Iseo e Brescia e nella seconda fase a cadenza di 15 minuti da Castegnato. La Regione ha spostato una parte delle risorse in modo unilaterale senza nessuna concertazione con alcun Comune della tratta – accusa il sindaco Emilio Del Bono -. Quella convenzione va rispettata, non cancellata con un atto unilaterale». La Loggia ci ha investito tutti i 13,3 milioni del Patto per la Lombardia che le spettavano. E ne ha aggiunti altri 3 di Oltre la Strada per la riqualificazione della stazione di Borgo San Giovanni, anch’essa funzionale al treno metropolitano insieme all’adeguamento delle fermate di Castegnato, Borgonato e Bornato, alla nuova fermata del Violino e all’area interscambio a Passirano. Di tutto questo restano solo Castegnato e il Violino. Soprattutto, scompaiono Bornato e Borgonato, indispensabili al treno metropolitano già reso complicato da treni all’idrogeno più lenti. Ieri insieme all’assessore alla Mobilità Federico Manzoni Del Bono ha dichiarato la ferma intenzione di non mollare su un progetto ritenuto decisivo per intercettare il traffico veicolare dalla Franciacorta che si riversa in città tutti i giorni, e di completare così il più ampio scenario di trasporto pubblico arricchito del tram Pendolina-Fiera per servire un altro quadrante vitale. Perciò annuncia la richiesta di un incontro ufficiale con il presidente Fontana e l’assessore Claudia Terzi e con i sindaci dei Comuni lungo la linea Iseo-Brescia «per rilanciare gli obiettivi condivisi e fissare una data per la loro realizzazione». Importante è proprio una data, perché la delibera regionale non cancella il treno metropolitano ma lo consegna «alle calende»; e lo subordina persino alla riuscita del progetto H2iseO centrato sui treni all’idrogeno. In questo nuovo contesto, infatti, «è venuta meno l’efficacia degli interventi di Bornato e Borgonato – si legge nella relazione della delibera – ora da considerare non più necessari (quanto meno in prima fase)». Di più: il cadenzamento a 30 minuti da Iseo e a 15 da Castegnato «richiede ulteriori interventi, proporzionati al livello di servizio che si intende raggiungere, oltre agli investimenti per l’ampliamento della flotta (a idrogeno, ndr) e alle conseguenti maggiori risorse». Così tutto viene rimandato alla «conclusione degli approfondimenti tecnici e alla verifica dei dati di frequentazione della linea successivamente all’attivazione dei primi servizi con treni all’idrogeno». Il fatto è che si punta sull’idrogeno in via prioritaria, insomma, «anche se i treni sono tanto lunghi (97 metri) da non stare nelle banchine delle stazioni che stanno allungando senza eliminare le barriere architettoniche», ricorda Manzoni come a sottolineare la scarsa attenzione al servizio. Non si tratta di ostilità al combustibile green. Ma «se i treni all’idrogeno passano ogni ora nessuno li prende e siamo punto a capo», dice il sindaco. «Non spetta a noi sindacare la scelta, anche se i costi di gestione di 24,5 milioni all’anno per avere treni ogni ora con percorrenze di 122 minuti tra Iseo ed Edolo e di 38 tra Brescia e Iseo sono sproporzionati rispetto ai 4 milioni del servizio potenziato alla mezz’ora», aggiunge l’assessore. A Milano, dunque, chiederanno di non abbandonare il rafforzamento infrastrutturale della linea, e prestar fede alla convenzione sottoscritta. Il progetto idrogeno costa ben 338 milioni di euro, «se fossero necessari anche altri 30 milioni per investimenti infrastrutturali che consentono le cadenze previste dalla convenzione, sarebbero poca cosa – dice del Bono -, per questo non disperiamo di riprendere il filo interrotto della condivisione».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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