L'IMPRESA

Il volo su Marte: viaggio spaziale partito da Brescia

C'è anche una mente bresciana a guidare il rover della Nasa (ANSA/NASA/JPL)
C'è anche una mente bresciana a guidare il rover della Nasa (ANSA/NASA/JPL)
C'è anche una mente bresciana a guidare il rover della Nasa (ANSA/NASA/JPL)
C'è anche una mente bresciana a guidare il rover della Nasa (ANSA/NASA/JPL)

•• Missione compiuta. Giovedì sera alle 21.56 Perseverance, il rover della missione Mars 2020, è arrivato sul pianeta rosso dopo un viaggio di 470 milioni di chilometri cominciato lo scorso 30 luglio. Realizzato dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, è atterrato nel cratere Jezero portando con sé  tecnologie avanzate per studiare la superficie di Marte.

La missione ha una vita di 3 anni ma in genere se il rover è costruito bene dovrebbe durare anche fino a 10 anni. Il suo obiettivo è cercare qualsiasi traccia che possa indicare la presenza, nel passato, di vita. E in questo momento anche Brescia sta passeggiando su Marte. Perché anche se il rover è stato quasi del tutto costruito e poi pilotato degli Stati Uniti al suo interno convivono conoscenze e sforzi tutti bresciani. Alessandra Babuscia, bresciana doc, emigrata negli Usa da tempo, fa parte della squadra di Mars 2020.

Inizialmente assunta solo per un supporto ai test della radio di tre mesi, grazie alle sue capacità ha scalato in fretta la piramide di comando, prima sostituendo un altro ingegnere che si era spostato su un altro progetto e poi diventando ingegnere di sistema delle telecomunicazioni per la missione, occupandosi di diverse funzioni all’interno del progetto. «Io supporto la squadra di telecomunicazioni che si assicura che i dati raggiungano la Terra - spiega Alessandra -. Per farlo abbiamo due sistemi: uno che comunica direttamente dal rover alla Terra e uno che comunica dal rover con i satelliti che orbitano intorno a Marte. Poi da questi satelliti le informazioni arrivano a terra tramite altri link. Io lavoro principalmente sul primo sistema di comunicazione, ma ho svolto test anche per il secondo e adesso che siamo in fase di operazioni di superficie lavorerò su entrambi i sistemi».

In pratica senza Alessandra il rover diverrebbe muto e cieco: «Un bel problema, visto che la missione di cui fa parte Perseverance ha richiesto più di otto anni di preparazione e soprattutto un’incredibile sforzo da parte delle centinaia di persone che lavorano al JPL» dice sorridendo. «Ho seguito l’atterraggio da casa collegata in video conferenza con la sala comandi e con il mio team, - continua l’ingegnere bresciana - Il mio computer poi era collegato direttamente con i dati, così ho potuto vedere personalmente tutte le informazioni minuto per minuto. Normalmente durante l’atterraggio ogni squadra porta 3-4 ingegneri che si collocano nelle due sale comandi del JPL. Purtroppo, con il Covid, solo una persona per gruppo era ammessa e quindi per le telecomunicazioni è andato il nostro team leader e noi ci siamo collegati con lui da remoto. Anche se a distanza, dopo il touchdown non sono più riuscita a trattenere l’emozione, mi sono alzata e ho urlato di gioia». «Ho visto molti atterraggi prima di questo, ma questo è stato diverso - spiega ancora emozionata - perché è la prima volta per me che vedevo atterrare qualcosa di “mio” sulla superficie di Marte. È un’emozione indescrivibile ma la cosa più sorprendente è che anche se avevamo fatto tantissime prove e quindi sapevo che una volta entrati nei sette minuti di terrore tutto sarebbe successo in maniera piuttosto veloce, questa volta mi è sembrato tutto ancora più veloce... La prima informazione ricevuta è stata la prima foto scattata da Perseverance che mostra il territorio di Marte. È stato davvero emozionante, incredibile».

Ma la leonessa californiana non ha intenzione di fermarsi troppo su Marte: «Adesso lavorerò ancora su Perseverance in supporto alle operazioni di superficie. Poi mi occuperò anche della missione Clipper che andrà a visitare Europa, luna di Giove. Da ultimo, parteciperò anche alla missione Veritas che adesso è in fase di concorso nella gara Discovery e che se verrà selezionata esplorerà Venere. I miei genitori - conclude Alessandra - hanno seguito con grande orgoglio e partecipazione l’atterraggio. È stato davvero molto bello anche per loro vedere che tutti i miei sacrifici hanno portato a un buon risultato e per me è stato di grande soddisfazione poter condividere con loro una parte del mio lavoro».•.

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