«La gestione delle risorse idriche sia più attenta»

Il docente Marco Pilotti
Il docente Marco Pilotti
Il docente Marco Pilotti
Il docente Marco Pilotti

La situazione di siccità di quest’anno è sicuramente eccezionale. Non ha dubbi il professor Marco Pilotti, ordinario di Idraulica alla Università degli Studi di Brescia: «In totale assenza di manto nevoso in tutti i bacini della nostra regione e con una precipitazione complessiva, nel periodo fra il dicembre 2021 e lo scorso maggio, inferiore al minimo valutato sul periodo 2006-2020, le riserve idriche stoccate nei grandi laghi prealpini, negli invasi idroelettrici alpini e sotto forma di manto nevoso sono attualmente inferiori del 60% rispetto al valore medio degli ultimi venti anni. In tali condizioni l'avvio dei prelievi irrigui ha causato una repentina riduzione del livello dei laghi prealpini regolati, ad eccezione del lago di Garda, che mantiene un riempimento di circa 50%. Entro breve tempo si raggiungeranno i limiti inferiori di regolazione, mettendo in ginocchio il settore agricolo di valle, che dai laghi trae gran parte della propria acqua di irrigazione». «Nella nostra provincia la portata del fiume Oglio - prosegue Pilotti - è fondamentalmente controllata dallo sbarramento di Sarnico. È importante ricordare che il territorio bresciano deve larga parte della sua prosperità al sistema di canali che a partire dalla antichità sono stati costruiti per derivare l’acqua dall’Oglio e dal Chiese. Da quasi mille anni la costruzione delle rogge sull’Oglio ha evidenziato i vantaggi che sarebbero derivati dal regolare il livello del lago e dal modulare le portate dell’Oglio. Tale obiettivo fu raggiunto nel 1933, quando il lago d’Iseo divenne il primo lago prealpino regolato, con livello controllato a Sarnico mediante una diga appositamente costruita e le cui paratoie svincolano il livello del lago di monte dalla portata che fluisce a valle, rispettando alcuni vincoli che riguardano il massimo e minimo livello che può essere raggiunto dal lago e assicurando che venga sempre erogata una portata minima necessaria al mantenimento dell’ecosistema fluviale». «Quindi la diga di Sarnico consente di ottimizzare la fruizione delle acque del lago - spiega Pilotti - rilasciando nei periodi di asciutta ciò che è stato trattenuto nei periodi di abbondanza. A valle ciò va a favore dell’agricoltura, delle centrali idroelettriche presenti lungo il fiume e degli insediamenti che vedono limitati i colmi di piena. A monte la regolazione dei livelli fornisce invece stabilità al livello del lago, indispensabile per la navigazione e per mantenere un livello medio lacuale adatto alla fruizione turistica». Guardando avanti, il futuro, secondo Pilotti, non sarà roseo: «Le previsioni di cambiamento climatico prevedono per le nostre zone una riduzione delle piogge estive. Tale fatto, unito all’aumento delle temperature, fenomeno che accentuerà l’evaporazione, porterà ad una riduzione graduale delle portate dei corsi d’acqua, in misura che dipenderà da quanto riusciremo a contenere le emissioni di gas serra. Non è più rimandabile una riflessione profonda sull’intera gestione delle risorse idriche, di cui la nostra provincia è ricca ma che richiedono una gestione più attenta. Da questo punto di vista, è ora di rendersi conto che la salute dei laghi deve diventare una priorità della politica territoriale». •. F.Mar.

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