IL PROCESSO

La madre della terapista assassinata: "Diceva che in struttura c'era poco personale"

Nadia Pulvirenti fu uccisa nella Cascina Clarabella: aveva 25 anni
I genitori, a destra un'immagine di Nadia Pulvirenti
I genitori, a destra un'immagine di Nadia Pulvirenti
I genitori, a destra un'immagine di Nadia Pulvirenti
I genitori, a destra un'immagine di Nadia Pulvirenti

Nadia Pulvirenti era una terapista per la riabilitazione psichiatrica: venne uccisa il 24 gennaio 2017 all’interno della Cascina Clarabella da un paziente psichiatrico, Abderrahim El Mouckhtari, 58enne di origini marocchine, che non è stato processato per incapacità di intendere e volere.

«Io non avrei voluto che mia figlia seguisse i pazienti psichiatrici perché vedevo il pericolo. Lei era determinata ed è andata avanti. Da quando è morta per noi vivere è atroce, è un incubo». Lo ha detto in aula la madre di Nadia.

La mamma della vittima è tra i testimoni nell’ambito del processo per omicidio colposo a carico di cinque medici della stessa struttura psichiatrica.

Si tratta di Andrea Materzanini, direttore del Dipartimento di salute mentale di Iseo, Giorgio Callea, responsabile del Centro Psico Sociale di Iseo, Annalisa Guerrini, psichiatra e responsabile del Cps di Rovato della predisposizione del piano terapeutico individuale di El Moukhtari, Claudio Vavassori, presidente del Consiglio di amministrazione della Diogene società cooperativa e datore di lavoro di Nadia Pulvirenti e Laura Fogliata, medico componente della Cooperativa Diogene.

«Nadia mi diceva che non riusciva a fare il suo lavoro perché in quella struttura c’era poco personale» ha aggiunto in lacrime la mamma della vittima, uccisa a 25 anni.

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