PROCESSO STRAGE

Tramonte, la richiesta di revisione presentata a Venezia

di GIU.S.

È stata depositata davanti la Corte di Appello di Venezia la richiesta di revisione della sentenza di condanna all'ergastolo di Maurizio Tramonte, ritenuto responsabile con Carlo Maria Maggi della strage di piazza della Loggia di Brescia del 28 maggio del 1974. Nuove prove secondo i difensori di Tramonte, gli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini, «dimostrano l'errore giudiziario e l'innocenza dello stesso».

I DUE «PRESUNTI» responsabili - spiegano i legali - furono ritenuti colpevoli, dopo un complesso iter processuale, dalla Corte di Assise di Appello di Milano, in sede di giudizio di rinvio, a seguito dell'annullamento da parte della Corte di Cassazione della sentenza di assoluzione dell'omologa Corte di appello di Brescia, che a sua volta aveva confermato l'assoluzione di primo grado. Originariamente erano stati imputati innanzi la corte di assise di Brescia, oltre ai due, Tramonte e Maggi, anche Pino Rauti, storico segretario del M.S.I., Delfo Zorzi, e Francesco Delfino. Tutti assolti all'esito dei primi giudizi di merito davanti le Corti di Assise di Brescia, ma per Tramonte e Maggi la Corte di Cassazione annullò la doppia assoluzione ordinando un nuovo giudizio alla Corte di assise di appello di Milano. Tramonte - ricordano gli avvocati - che all'epoca dei fatti era stato collaboratore del Sisde, tra il 1995 e il 2000 aveva reso una serie di dichiarazioni che vedevano il suo coinvolgimento nella strage, ma al processo innanzi la corte di assise di Brescia nel 2001 ritrattò tutto assumendo di aver dichiarato il falso perché viveva una drammatica situazione economica oltre ad essere sotto l'effetto costante di cocaina. Per le due Corti di Assise di Brescia la ritrattazione dell'imputato, in assenza di altri elementi contra, non consentiva di esporre ragionevolmente un giudizio di colpevolezza.

«Ma - evidenziano gli avvocati - dopo l'annullamento della Corte di Cassazione, il nuovo giudizio milanese segnò un cambio di passo: l'acquisizione della prova circa la presenza fisica di Tramonte in piazza il giorno della strage dimostrava per i giudici milanesi l'infedeltà di Tramonte nei confronti del Sisde e il suo ruolo attivo nella preparazione della strage».

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