La riqualificazione del complesso di edilizia popolare Mazzucchelli di proprietà della Congrega della Carità Apostolica ha preso forma in due tranche. Alla ristrutturazione della Palazzina A (civici 25, 27 e 29), terminata nel dicembre 2019 e che ha visto accogliere i primi inquilini nei 19 appartamenti predisposti, dallo scorso giugno è seguita la confinante Palazzina B (civici 37 e 39): quattordici alloggi di dimensioni differenti, dotati di teleriscaldamento ad aria centralizzato, raffrescamento estivo e apparato di sensoristica avanzata radio controllata.
Ma non solo: anche la corte oggi può godere di tutt'altro aspetto, arricchita dall'inserimento di attrezzature comuni e di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici. «Da parcheggio informe sterrato a luogo di incontro e di coesione sociale», spiega Giorgio Montini, componente del Comitato di indirizzo del progetto. L' investimento su entrambe le palazzine, comprensivo del valore degli immobili che rimarranno vincolati per 25 anni, è di 6,8 milioni di euro: 4 di risorse proprie della Congrega e i restanti di finanziamento pubblico. «Un bell'esempio di alleanza tra pubblico e privato - specifica il sindaco Emilio Del Bono -, che si fa spazio nel segno di una cultura condivisa e di una sensibilità che si rinnova». Un intervento inserito all'interno del progetto «Oltre la strada», rivolto alla riqualificazione della zona di via Milano e promosso dal Comune dopo aver vinto il bando nazionale sulla rigenerazione delle periferie urbane.
All'interno dei fabbricati rinnovati di via Mazzucchelli hanno trovato «casa» anche uffici, associazioni e spazi per attività socio-sanitarie. L'operazione edilizia verrà accompagnata da un'azione incisiva sui residenti per dare vita a un tessuto comunitario, attraverso la promozione di attività di animazione e di buon vicinato. «Amiamo definirla la "Carità del mattone" - sottolinea il presidente della Congrega Alberto Broli, in carica fino al prossimo dicembre - orientata verso un'ospitalità confortevole. Nemmeno i mesi più bui della pandemia ci hanno fermato».
Dopo un breve stop forzato, circoscritto esclusivamente al primo lockdown, «i lavori sono ripresi in totale sicurezza» per portare a termine in maniera spedita il cantiere. «Cinque anni di cammino guidati da principi di ispirazione profondi diretti alla dignità delle persone», è il pensiero del vescovo, monsignor Pierantonio Tremolada prima di passare alla benedizione del complesso. .