La Vittoria
Alata «sale»
in metropolitana

di Eugenio Barboglio
La prima immagine della Vittoria Alata di Emilio Isgrò  FOTOLIVE
La prima immagine della Vittoria Alata di Emilio Isgrò FOTOLIVE
La prima immagine della Vittoria Alata di Emilio Isgrò  FOTOLIVE
La prima immagine della Vittoria Alata di Emilio Isgrò FOTOLIVE

Brescia non si limita a celebrare il ritorno della Vittoria Alata togliendole il velo il 20 novembre nella cella orientale del Capitolium, ripensata e riallestita per accoglierla per sempre. Fondazione Brescia Musei ha immaginato, e realizzerà, un percorso fatto di eventi: mostre che direttamente o indirettamente fanno da cassa di risonanza al ritorno della statua. Il primo di questi eventi è oggi nella stazione della metropolitana Fs, dove l’immagine della Vittoria alla maniera di Emilio Isgrò, comparirà sulla parete che fa da sfondo alla stazione. Un’opera che resterà lì, sotto gli occhi delle centinaia di persone che sfilano andando a prendere la metropolitana ogni giorno, per una decina di anni almeno. Se le fotografie di Alfred Seiland e le opere di Vezzoli (tranne una) dopo questa lunga festa lasceranno la città, la Vittoria di Isgrò resterà. A ricordare a tutti coloro che discendono la scala mobile per prendere il treno automatico che questa è la città del Vittoria Alata e che il suo ritorno dal restauro di Firenze non è stato in punta di piedi. L’opera di Emilio Isgrò è quella che potete vedere in anteprima (sarà appunto scoperta ufficialmente oggi) in questa pagina: una Vittoria rossa su fondo nero. Rosse e nere le cancellature concorreranno a disegnare la figura della divinità romana. Le cancellature, come noto, sono il segno stilistico, la modalità attraverso la quale si esprime l’artista siciliano. Che qui ha scelto di cancellare il primo canto dell’Eneide, di cui salva qua e là qualche verso. Come tecnicamente ha costruito l’opera - 205 pannelli di fibrocemento fresati per una superficie di 200 metri quadrati, l’intera parete - ci sarà modo di riferirlo sul giornale di domani, ad inaugurazione fatta (la cerimonia non sarà in presenza ma online). NEL FRATTEMPO VA ricordato, per fare un po’ di storia, che la stazione Fs della metro è stata scelta per ospitare un’opera d’arte ben prima che il bronzo di Afrodite partisse per Firenze. Vi avevano destinato una opera di Mimmo Paladino, che ha esposto tra il 2017 e il 2018 in città, ma non si trovò mai l’accordo tra Brescia Mobilità e Brescia Musei. Una volta sono stati i costi, un’altra la complessità del cantiere, un’altra ancora il tema. Partito Paladino con le sue 71 opere, è arrivata la Vittoria e con lei Emilio Isgrò. Con la statua «vera» ancora top secret nella cella di Baldeweg, quello di oggi è infondo il debutto della Vittoria. In attesa di vederla «live» ecco intanto come la vede Isgrò: incancellabile, capace di emergere in mezzo alla furia «sbianchettatrice» dell’84enne artista di Barcellona Pozzo di Gotto. Ad un certo punto si pensava che oggi alla stazione Fs potesse fare una capatina anche il presidente Mattarella, tra inaugurazione dell’anno accademico e puntata al Capitolium. Ma si sa, il programma del presidente, già molto stretto, col montare dell’emergenza, è stato... cancellato. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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