LE ACCUSE

Marcell Jacobs, veleni e sospetti da media Usa e Gb

Un oro storico. Un trionfo azzurro senza precedenti. All'indomani dell'impresa di Marcell Jacobs sui 100 metri a Tokyo2020, la stampa mondiale celebra il nuovo campione olimpico. L’uomo più veloce del mondo, però, non ne vuole sapere di paragoni con il suo predecessore nell’albo d’oro (per tre volte): «Bolt? Il suo record? Non scherziamo, lui ha fatto la storia dell’atletica». E mentre da ogni parte del globo si cerca di capire chi è quel fulmine azzurro che ha stupito tutti, una parte della stampa di Usa e Inghilterra, in particolare Washington Post e Times, in maniera più o meno esplicita, ha cominciato a chiedersi se dietro ci possa essere qualcosa di sospetto, sottolineando che nell’atletica, e nello sprint, spesso è stato il doping a determinare certe sorprese. «Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all’atletica no». Così il Washington Post, che accusa  l’atletica mondiale, «disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping». Il giornale americano ricostruisce la rapida ascesa dell’outsider Jacobs. «Un 26enne che fino a questa primavera si esibiva alla periferia dello sprint d'elite, Jacobs, ha vinto i 100 metri in 9''80 e si è guadagnato il titolo non ufficiale di uomo più veloce del pianeta. Solo i più caldi appassionati dell'atletica avevano sentito parlare di Jacobs. I bookmaker lo quotavano tra 8-1 e 10-1, un outsider. L'americano Fred Kerley, che ha vinto l'argento con il suo record personale di 9''84, ha detto "Non sapevo niente di lui", parlando dell'uomo che ha raccolto l'eredità di Bolt come campione olimpico». E ancora: «Prima del 2021, Jacobs non aveva mai corso i 100 metri in meno di 10''03, un risultato che non lo avrebbe qualificato per i Trials Usa di giugno. Alla fine della serata di domenica, solo 10 uomini» nella storia «avevano corso i 100 metri più velocemente di lui». «Non è colpa sua - conclude il quotidiano americano - se la storia dell’atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi». Scettico anche il Times: «Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l’arrivo di una nuova stella mette in allerta», scrive il giornale inglese, aggiungendo che delle 50 migliori prestazioni mondiali dei 100, a parte le 14 realizzate da Bolt, 32 su 36 sono di velocisti poi risultati positivi».

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