L’INTERVENTO

Massari: «Via Veneto, sarebbe servito coinvolgere di più i residenti»

di Mauro Zappa
Il re dei pasticcieri è direttamente interessato considerata la posizione della sua attività nella zona interessata dalla riqualificazione
Iginio Massari nel suo negozio insieme alla moglie Maria Damiani
Iginio Massari nel suo negozio insieme alla moglie Maria Damiani
Iginio Massari nel suo negozio insieme alla moglie Maria Damiani
Iginio Massari nel suo negozio insieme alla moglie Maria Damiani

«So che il cambiamento molto spesso, se non sempre, genera resistenze. Fa parte della natura umana, è nell’ordine delle cose. Però la gente direttamente interessata alle trasformazioni va coinvolta. Nei paesi Democratici, quelli con la «D» maiuscola, i cittadini sono ascoltati. Ascoltati, non sentiti. Ripeto: ascoltati. E questo direi che non è stato fatto, o se è stato fatto, non è stato fatto fino in fondo». Iginio Massari entra nella polemica sulla rigenerazione di via Veneto, un progetto che pare non trovare pace, ancora al centro di una querelle tra Comune da una parte e commercianti e cittadini dall’altra. Il comitato che si oppone al profondo restyling dell’arteria stradale è forte di oltre un migliaio di firme in calce alla petizione che chiede di modificarne non i dettagli, ma la stessa logica. Avere al proprio fianco il più illustre dei commercianti della zona, una vera istituzione del quartiere, diventata tale grazie a cinquant’anni di ininterrotta presenza, darebbe lustro e ulteriore peso alle richieste avanzate a Palazzo Loggia. Il re dei pasticcieri, celebrità ormai a tutto campo, ha ascoltato con attenzione le rimostranze dei suoi vicini, ma alla fine non ha concesso il proprio «patrocinio» alla protesta. Premette: «Brescia è sempre stata la mia città, sono orgoglioso di esserne un suo cittadino, non ho mai avuto discussioni di alcun tipo con le istituzioni locali, mi sono sempre trovato a mio agio con il Comune». E per essere ancora più chiaro afferma: «Io non voglio fare la guerra e nemmeno la rivoluzione, perché so bene che alla fine, in un caso e nell’altro, qualche morto rimane sul campo. Mi limito a dire che mi piacerebbe che il sindaco e i suoi assessori avessero la sensibilità di ascoltare, e che tenessero ben presente che danneggiare i negozi di vicinato significa spianare la strada alle grandi catene, ai supermercati e ai centri commerciali».

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Da quello che ha potuto capire attraverso i media e il confronto con le persone che in via Veneto e dintorni vivono e lavorano, Massari si è fatto un’idea precisa: «Il progetto andrebbe bene in una strada che nasce grande, tipo un boulevard parigino o una rambla, per via Veneto no, mi sembra inadatto ipotizzare marciapiedi più larghi della carreggiata». E puntualizza: «I ragionamenti circa la riduzione che ne deriverebbe dell’inquinamento atmosferico non stanno in piedi, il problema non si risolve certo deviando il traffico nelle vie limitrofe». Sull’argomento interviene anche Maria Damiani in Massari, moglie e «braccio destro» di Iginio: «Ho la sensazione che i lavori proseguano a ritmi molto blandi, con un numero di operai dedicati che mi sembra estremamente ridotto. Nella parte più a nord di via Veneto, quella a maggior concentrazione di attività commerciali, i negozi sono penalizzati da mesi, perciò capisco il senso delle loro proteste». E rivela: «Da quando sono partiti gli scavi all’angolo tra le vie Veneto e Montello i nostri incassi si sono dimezzati». •.

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