Materne comunali,
l’eccellenza
è a rischio

di Magda Biglia
La protesta delle maestre delle  materne  davanti all’assessorato all’Istruzione in piazza Repubblica
La protesta delle maestre delle materne davanti all’assessorato all’Istruzione in piazza Repubblica
La protesta delle maestre delle  materne  davanti all’assessorato all’Istruzione in piazza Repubblica
La protesta delle maestre delle materne davanti all’assessorato all’Istruzione in piazza Repubblica

«La scuola pollaio non è dignitosa, l’educazione è un’al- tra cosa». È uno dei tanti slogan che ieri sono stati scanditi dalle maestre delle scuole materne comunali impegnate in una duplice protesta, al mattino riunite in assemblea davanti all’assessorato all’I- struzione in piazza Repubblica con cartelli e tamburi, al pomeriggio in Loggia in occasione del consiglio comunale. Oggetto del contendere la carenza di personale «che mette a rischio l’eccellenza delle scuole comunali».

«Non ce la facciamo più, siamo pronte allo sciopero» hanno sostenuto le rappresentanti sindacali Sabina Galleri e Rosa Ghioni. Il sistema bresciano integrato è fatto di 21 comunali, altrettante convenzionate e 16 statali, per un totale di circa 6mila iscritti, di cui oltre il 40 per cento stranieri, distribuiti a macchia di leopardo, e con la presenza di 34 portatori di handicap. Le maestre sono 160 e devono garantire anche il tempo anticipato mentre al posticipato pensano le cooperative, con quote a carico delle famiglie.

La peculiarità delle comunali, in una città segnata dalla cultura di Pietro Pasquali, Rosa e Carolina Agazzi, sono le ore di compresenza che consentono progetti e laboratori. Tutto questo, secondo le insegnanti, non è più possibile per le gravi carenze del bacino dei supplenti, con graduatorie esaurite: «Non solo non abbiamo la possibilità del lavoro in piccoli gruppi ma spesso, in caso di assenze, ci troviamo la classe di 25 raddoppiata. Facciamo le sorveglianti, non le educatrici e i genitori giustamente si lamentano. È a rischio anche la sicurezza in tali condizioni. Abbiamo addirittura sentito parlare di apporto delle agenzie interinali, sarebbe questo il sistema pedagogico bresciano?». Da un lato i tagli degli ultimi anni, dall’altro il passaggio di molte maestre alle statali con le recenti immissioni in ruolo, un concorso bandito dal Comune ma poi rimandato all’anno prossimo, gli orari a spezzoni disincentivanti, «hanno fatto sì che anche le poche insegnanti a disposizione se ne andassero e il quadro si facesse sempre più pesante» affermano.

Peggio ancora nel caso del sostegno, con cattedra da 30 ore, e non da 35: quando la docente si ammala, non c’è chi la sostituisce.

NEL POMERIGGIO una delegazione ha avuto un incontro con il sindaco Del Bono e gli assessori Morelli e Panteghini. Quest’ultimo ha scaricato le responsabilità sulla giunta precedente «che ha aumentato a cinque i giorni di assenza per i quali non si cerca la sostituzione. Li abbiamo già ridotti a tre, coperti da un part time, e stiamo recuperando una condizione ereditata. Stiamo assumendo 32 persone - ha aggiunto Panteghini -, il concorso è vero sta andando per le lunghe però da giugno abbiamo dovuto valutare i 500 curricula pervenuti; contiamo di accelerare i tempi. Nel frattempo abbiamo chiesto alle rappresentanze sindacali di presentarci un elenco di priorità e di urgenze da affrontare». «Avevamo 175 nomi a cui attingere, si sono ridotti a 15. Gli alunni certificati sono seguiti dall’insegnante di sostegno e, quando serve, dall’assistente ad personam» ha aggiunto Morelli. Insomma potranno esserci anche temporanei accorpamenti fra le 71 sezioni, ma il problema si risolverà, parola della Loggia.

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