Milani: «Mai fermati nella ricerca della verità»

La sede della Corte di Cassazione a Roma
La sede della Corte di Cassazione a Roma
La sede della Corte di Cassazione a Roma
La sede della Corte di Cassazione a Roma

Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi in Milani, Alberto Trebeschi, 37 anni, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti. Da ieri sul loro sacrificio non c’è solo una verità storica ma anche giudiziaria. «Brescia è una città che non ha mai voluto fermarsi e accettare una verità precostituita, ma con grande sapienza e lavoro è andata avanti e questo è un merito che consolida davvero la democrazia nel nostro paese», ha detto Manlio Milani, presidente dell’Associazione famigliari vittime della strage subito dopo la sentenza. «Una sentenza che riconosce il valore delle istituzioni e cosa è stato fatto a Brescia. Così quella strage oggi è davvero nella storia, che è la storia della nostra città ma riguarda tutto il paese. Città che ha saputo cogliere il valore di quelle morti, traducendole in una nuova forma di vita e di cittadinanza». Alla domanda se questa non sia stata solo una battaglia legale, Milani ha risposto: «Questa è stata una battaglia che doveva svilupparsi nel pieno della legalità. E questo lo dobbiamo rivendicare con grande orgoglio. Essere stati ed averla vinta stando nel processo. E’ soprattutto l’affermazione della legalità».

QUELLI DI ieri sera per Manlio Milani sono stati momenti emotivamente forti: «Il mio pensiero va - ha detto - a tante persone, ai giudici, in modo particolare a Giampaolo Zorzi, penso a Besson, a Piantoni e Di Martino, penso a Salvini, penso agli uomini del Ros, come Cacioppo, come Giraudo. Penso a quel groviglio di uomini delle istituzioni che con il loro lavoro hanno ridato dignità alle istituzioni, anche se dovremmo ancora disvelare le ragioni e i perchè di determinati tradimenti. Oggi tuttavia ne sappiamo di più, oggi è importante che uomini dello stato abbiano sconfitto altri uomini dello stato». Infine un ringraziamento «a quegli otto morti che ci hanno indicato una strada fatta di sacrificio, di perseverenza, di speranza e di possibilità di futuro, quindi di riscoperta dei valori per cui quel giorno eravamo in piazza. E un ringraziamento a tutti gli avvocati, qui vorrei ricordare soprattutto quelli che sono rimasti vicini sin dall’inizio, quelli che non ci sono più come Pippo Apicella, Claiudio Barbieri, che se ha lottato da una posizione diversa era con noi nella ricerca della verità. E poi i giovani avvocati che hanno portato uno straordinario contributo, facilitati in questo dal leggere la storia di quelle carte con il distacco del tempo. E infine ringrazio la mia famigla». Tra chi era particolarmente commosso anche Alfredo Bazoli, che perse la madre. «Il mio pensiero in questo momento va a lei». M.P.

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