IL DIBATTITO

Monte Maddalena, le azioni di tutela ora non possono più attendere

di Fabrizio Vertua
Incendi, verde da preservare, prospettive future: i Gnari de Mompià hanno organizzato un incontro in cui gli assessori Cominelli e Rolfi hanno provato ad accorciare le distanze. Dall'associazione già promossi due progetti di tutela dell'area
Una veduta panoramica del monte Maddalena a Brescia
Una veduta panoramica del monte Maddalena a Brescia
Una veduta panoramica del monte Maddalena a Brescia
Una veduta panoramica del monte Maddalena a Brescia

Gli incendi di questo inverno e le tempeste, le cosiddette supercelle che l’hanno investita negli ultimi anni durante le estati, hanno lasciato il segno e, soprattutto, un vivido ricordo e anche un certo terrore nei bresciani: si sono resi conto di quale sia il potenziale pericolo di questi eventi sul territorio. E, allora, quello della tutela della Maddalena diventa un tema decisamente sentito da tutti i cittadini, di qualsiasi idea e colore politico. Ed è proprio con uno spirito di apertura al dialogo e ai ragionamenti circa quali possano essere gli strumenti migliori per preservare questo grande polmone verde della città, che i Gnari de Mompià hanno portato al tavolo di confronto l’assessore comunale di Brescia all’ambiente Miriam Cominelli e l’assessore all’agricoltura di Regione Lombardia Fabio Rolfi, nell’area dell’ex Polveriera di Mompiano, dove le fiamme di marzo sul versante di Muratello sono state ben visibili. Un confronto civile, pacato, che è entrato nel merito delle questioni, evitando la più semplice, scontata e arida polemica politica. Cominelli, ha ricordato come sia difficile gestire un’area di 2.200 ettari, dei quali quelli di proprietà pubblica sono solamente 60, dovendo fare i conti con tanti privati, che non trovano nella manutenzione e nella gestione dei boschi un’attività redditizia.

La gestione dei territori deve partire dal basso, perché è chi vive i territori in prima persona che ne conosce le esigenze. In questo senso quello delle associazioni fondiarie è stato individuato come strumento. «Siamo comunque aperti a un ragionamento riguardo alla possibilità di un parco regionale – ha ribadito Cominelli -, ma i tempi non sono ancora maturi se le amministrazioni locali rischiano di ritrovarsi le mani legate negli interventi da un ente superiore». Sul fronte opposto Rolfi ha cercato di rassicurare rispetto al problema della sovranità di intervento sui singoli territori da parte dei comuni, ricordando come «un parco regionale sia un’opportunità e uno strumento con il vestito giuridico adatto per poter accogliere finanziamenti non solo regionali, ma anche statali ed europei. Oltre alle spese correnti necessarie per i lavori ordinari, in Maddalena sono necessari lavori infrastrutturali che possano permettere una migliore gestione delle emergenze come gli incendi: strade e sentieri d’accesso adeguati, ma riserve di acqua utilizzabili in loco. Investimenti onerosi che necessitano di finanziamenti sovracomunali».

Da sinistra Claudio Perlotto, Fabio Rolfi, Marco Palamenghi e Miriam Cominelli durante l’incontro
Da sinistra Claudio Perlotto, Fabio Rolfi, Marco Palamenghi e Miriam Cominelli durante l’incontro

I membri dei Gnari de Mompià hanno ricordato ad entrambi come le opere e le necessità di intervento incombano per evitare altri disastri. E sempre in ambito di tutela dei boschi, il presidente dei Gnari ha colto l’occasione per presentare due progetti sul territorio da loro gestito: il Bosco Secolare e il Bosco Conservativo. Il primo, di 2 ettari, verrà ripopolato con 7 essenze autoctone di alberi ad alto fusto alternati a prati aperti per tutelare le biodiversità presenti. Quello Conservativo, 6 ettari, non verrà più toccato dall’uomo. Una prima serie di interventi che è già segno tangibile dell’impegno che si vuole portare alla difesa del colle dei bresciani.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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