CENTRODESTRA IN FERMENTO

Moratti scende in campo e minaccia la leadership della Lega e di Fontana

di Eugenio Barboglio
Palazzo Pirelli è sede del Consiglio regionale della Lombardia che verrà rinnovato nelle urne del prossimo annoLetizia Moratti è vicepresidente  e assessore alla Sanità in RegioneAttilio FontanaMatteo  Salvini
Palazzo Pirelli è sede del Consiglio regionale della Lombardia che verrà rinnovato nelle urne del prossimo annoLetizia Moratti è vicepresidente e assessore alla Sanità in RegioneAttilio FontanaMatteo Salvini
Palazzo Pirelli è sede del Consiglio regionale della Lombardia che verrà rinnovato nelle urne del prossimo annoLetizia Moratti è vicepresidente  e assessore alla Sanità in RegioneAttilio FontanaMatteo  Salvini
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Letizia Moratti è sulla piazza. Lo ha rivelato venerdì ai microfoni di Radio Lombardia: «È da parecchio che sono disponibile». Ha atteso segnali dal centrodestra, ma non sono arrivati, dice. E siccome non sono arrivati è uscita allo scoperto. «Sono pronta». Ma questa sorta di endorsement per se stessa non è stata una sortita qualsiasi, si è infilata come la prua di una nave rompighiaccio nella superficie gelata del centrodestra lombardo, gelata e scricchiolante. «È da settimane che a Palazzo Lombardia c’è una tensione, ma una tensione...», confessa un politico vicino all’esecutivo di Fontana. A mettere in fibrillazione il centrodestra lombardo, già ci avevano pensato fattori esogeni: l’affaire Ronzulli-Gelmini (a proposito, il ministro bresciano - ieri l’altro a Confartigianato con un discorso dal profilo gOvernativo -, dovrebbe svelare qualcosa del proprio futuro lontano da Berlusconi e nell’orbita di Draghi in settimana) e poi il terremoto nel 5S che apre scenari imprevedibili al centro. Ma dove la lama del rompighiaccio è andata più in profondità è nella Lega. Con la sua uscita, Moratti l’ha messa nell’angolo. Per la Lega non è mai stato in discussione che il candidato del dopo Fontana sarebbe stato uno dei suoi. Alla fine ancora lo stesso Fontana, quando le cose per lui si sono messe bene sul piano giudiziario. E comunque anche ad un Fontana-bis non c’è arrivato tanto facilmente, il Carroccio: «A partire dallo stesso Salvini, non pochi leghisti lombardi vedevano il rinvio a giudizio come la soluzione di un problema», sussurra qualcuno. L’ipoteca leghista sulla presidenza era, in poche parole, considerata non contendibile. Adesso, invece, ecco che spunta Moratti. «In realtà si comporta da candidata da settimane - racconta un altro insider - E se vogliamo dirla tutta, quando è arrivata a sostituire Gallera era evidente che non lo facesse per niente. E che il premio per i grandi numeri raggiunti dalla campagna vaccinale etc etc potesse essere la candidatura era considerato quasi normale». Ma Moratti parla per sè o per conto di altri? E di chi? A Palazzo Lombardia sbilanciarsi in tempi incerti come questi non è lo sport più in voga. «Lei è abile, ha capito che questo è il momento opportuno per ricordare a tutti di aver... “salvato la Sanità lombarda“. Insomma, di essere in campo. Di esserlo sempre stata». Con lo slogan per la campagna elettorale già scritto (la sanità «salvata»), coglie l’attimo, e lancia la sua sfida alla Lega e a Fontana. Che, chiaramente, si irrigidiscono: «Squadra che vince non si cambia. Il candidato c’è già». Se nei giorni scorsi - come raccontano in Regione - la sola sponsorizzazione di Calenda aveva scatenato maldipancia in Giunta, sollevando il tema della ritiro delle deleghe, figuriamoci ora dopo che Moratti ha detto quel che ha detto. Quindi, per la Giunta regionale c’è anche questo rompicapo: che fare con una vicepresidente che si mette di traverso al presidente? Facciamo finta di niente? Sullo sfondo delle parole a Radio Lombardia c’è soprattutto la minaccia di farsi riferimento di un’area di centro in evoluzione e alla ricerca d’autori. Voti (moderati) che hanno garantito una leadership indistruttibile alla coalizione, da Formigoni a Maroni a Fontana. Ma che ora potrebbero diventare molto più volatili. Insomma, è il nocciolo della sfida morattiana: se il centrodestra ci tiene ai voti moderati con tutto quello che bolle in pentola - il progetto di Beppe Sala, l’operazione di Di Maio, Calenda -, ci pensi bene a scegliere Fontana. La situazione sul campo a 48 ore dall’autoendorsement: Lega spiazzata, l’assessore bresciano Fabio Rolfi sulla linea del partito; Forza Italia con una parte di esponenti vicini a Moratti, ma, dicono, tutto sommato all’oscuro delle sue mosse. E in Fratelli d’Italia? Di questi tempi quando la Lega è in difficoltà non si strappa nessuno i capelli. Ps. Scenario Verona: e se alla fine i candidati del centrodestra fossero due? Fantapolitica. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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