LA TRAGEDIA NEL GARDA

Morti nel lago, rifiuta l'alcoltest uno dei due indagati tornati in Germania

di Mario Pari
Il genitori della 25enne Greta Nedrotti: «Non vogliamo parlare del nostro dolore perché è indescrivibile. Chiediamo a chiunque abbia visto o sentito qualcosa la sera del 19 giugno di comunicarlo ai carabinieri. Per un tributo di verità e giustizia»
Greta Nedrotti è morta a 25 anni, Umberto Garzarella a 37
Greta Nedrotti è morta a 25 anni, Umberto Garzarella a 37
Greta Nedrotti è morta a 25 anni, Umberto Garzarella a 37
Greta Nedrotti è morta a 25 anni, Umberto Garzarella a 37

Erano attesi da giorni, perché era da domenica che si attendeva di sapere quale fosse l’esito dell’alcol test eseguito sui turisti tedeschi che viaggiavano sul motoscafo che, colpendo un gozzo fermo al largo della costa di Salò, aveva provocato due vittime. Ora l’esito è arrivato: in un caso è stato negativo, mentre il turista non si è sottoposto al test. Questi però sono innanzitutto i giorni di un immenso dolore. Di una tragedia che si è consumata in modo tale da devastare famiglie, comunità.

E sono anche i giorni in cui chi sta soffrendo in modo inimmaginabile sente di dover lanciare un appello. Perché non sia solo dolore, ma anche giustizia. Sono i genitori di Greta Nedrotti, 25 anni, morta, con l’amico Umberto Garzarella (37enne) nell’incidente nautico di sabato sera nelle acque del Garda antistanti il porto vecchio di Portese.

Poche righe, quelle dei due genitori straziati, ma con un messaggio molto forte: «Non vogliamo parlare del nostro dolore perché è indescrivibile. Siamo vicini ai genitori di Umberto». Quindi un passaggio che potrebbe rivelarsi molto importante per le indagini: «Chiediamo a chiunque abbia visto o sentito qualcosa che riguardi Greta e Umberto la sera del 19 giugno scorso o quel che è accaduto quella notte nel Golfo di Salò, di comunicarlo al Comandante Starace della Stazione dei Carabinieri di Salò o al Sostituto Procuratore incaricato delle indagini o ai legali da noi incaricati, avvocati Caterina Braga e Patrizia Scalvi di Brescia». Questo non solo perché «ogni dettaglio può essere importante», ma soprattutto perché «crediamo di dovere alla nostra amatissima Greta almeno un tributo di verità e di giustizia». Chi sa, quindi parli perchè ogni tassello può rivelarsi decisivo nella ricostruzione della vicenda.

Sotto questo aspetto i due legali della famiglia proprio ieri hanno inviato alcune osservazioni alla procura per evidenziare l’importanza di una perizia cinematica sui natanti coinvolti nell’incidente nautico. Una perizia, quindi per ricostruire la dinamica dell’incidente anche perché vi sono dei natanti soggetti a deterioramento.

È emerso anche che nel corso delle primissime fasi d’indagine si sarebbe proceduto all’arresto di uno dei due turisti, della persona ritenuta alla guida del motoscafo sulla base delle immagini del sistema di sorveglianza del rimessaggio. Ma dagli accertamenti successivi è emerso che i due si sarebbero avvicendati alla guida, dopo l’incidente. Nel frattempo era trascorso il tempo previsto dall’arresto in quasi flagranza e quindi il provvedimento non è stato più attuato. E i due uomini sono rimasti liberi, tornando poi in Germania.

Nel frattempo si fa sentire forte l’esigenza di una riforma della normativa nautica, di un’assimilazione al codice della strada. Vicinanza ai familiari delle giovani vittime la esprime l'assessore regionale alla sicurezza, polizia locale e immigrazione, Riccardo De Corato secondo cui «sarebbe giusto estendere quanto previsto per l'omicidio stradale anche per situazioni analoghe a quelle che si sono verificate sul Garda. A tal proposito mi auguro fortemente che questa triste vicenda, spinga il Governo o il Legislatore ad agire in questa direzione». •.

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