Moschea, ecco
i fondi del Qatar
per Brescia

di Giuseppe Spatola
La foto ricordo della visita dell’emiro Hamad Ben Naser Althani messo al centro della delegazioneFOTOLIVE
La foto ricordo della visita dell’emiro Hamad Ben Naser Althani messo al centro della delegazioneFOTOLIVE
Emiro nella moschea di via Corsica (FOTOLIVE)

Nella fossa di via Corsica, dove la vecchia cascina fattasi Moschea guarda via Labirinto e «invidia» le Tre Torri, ieri mattina l’Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia) e il Qatar hanno posto la prima pietra di una «nuova collaborazione» con la comunità islamica bresciana. L’inaugurazione del parcheggio della moschea, finanziato in buona parte dalla Qatar charity foundation, di fatto ha consentito un primo e fattivo contatto tra le istituzioni islamiche che, per tramite del presidente Ucoii Izzeddin Elzir, proseguiranno a «parlarsi» per migliorare le condizioni di preghiera dei fedeli musulmani. L’intenzione dell’Ucoii è quella di aprire entro poco almeno 33 nuovi centri islamici in Italia grazie alla benevolenza dei fondi arrivati da Qatar (circa 25 milioni di euro totali). Un vero e proprio franchising che sarebbe proprio partito dalla collaborazione con la moschea di Brescia per arrivare fino al più sperduto paese della Sicilia orientale. E ieri mattina la presenza in città del cugino del principe del Qatar, Hamad Ben Salman Althani, delegato a seguire gli investimenti sui centri islamici europei, è stata la plastica conferma di quanto Brescia sia importante per lo sviluppo dei progetti italiani. «Noi come Ucoii cerchiamo di vedere gli esempi positivi della nostra comunità e Brescia lo è - ha rimarcato il presidente nazionale Elzir -. Cerchiamo di premiare chi ha dimostrato convivenza pacifica, dialogo religioso e integrazione. Questo aiuto arrivato per tramite dell’Ucoii per realizzare il bene della comunità l’abbiamo elargito anche a riconoscenza del lavoro svolto nel bresciano». Non solo. L’Unione delle comunità islamiche aveva un grande progetto da portare a termine a Bergamo, congelato dopo la scomparsa di 5 milioni investiti dal Qatar. Ora Brescia potrebbe prendere il posto dei cugini bergamaschi nei progetti dell’Emiro. «Spero che in futuro questa collaborazione e i contributi possano essere ancora numerosi - ha rimarcato il presidente Ucoii -. Noi cerchiamo di migliorare le condizioni delle nostre comunità, le aiutiamo a crescere e ad uscire da luoghi non degni per le comunità islamiche e la società bresciana. Speriamo di poter contribuire a costruire un centro che permetta di accogliere i musulmani bresciani tutti insieme». Un impegno costante per guardare al futuro della nuova Moschea. «È così - ha chiuso ogni discorso Elzir -. Quasi un terzo della presenza islamica italiana si trova in Lombardia e Brescia e Milano sono città importanti. Dobbiamo giustamente rispondere alle esigenze della nostra comunità. E a chi storce il naso sui fondi del Qatar rispondo che quando questi fondi vengono per interessi commerciali vanno bene, per fare interessi culturali invece ci sono problemi. Allora noi siamo per la cultura e questo apre anche ponti per eventuali investimenti commerciali verso Oriente. Ma il mio dovere è incentivare la cultura e la religione. Dobbiamo migliorare le Moschee e farle uscire da luoghi non degni nè delle nostre comunità nè della tradizione italiana».

MA SULLA NECESSITÀ di fare chiarezza e dissipare i dubbi per i contatti con il Qatar l’assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, ha messo avanti le mani: «Bisognerebbe spiegare alla Giunta Del Bono che le moschee in città vanno chiuse, visto che ce ne sono già almeno sette, e non aperte, tra l’altro con fondi di dubbia provenienza». Intanto la comunità islamica bresciana dovrà trovare una soluzione per ampliare la Moschea di via Corsica, trasferendosi o trovando un punto di appoggio per i venerdì di preghiera. L’ipotesi più immediata sarebbe quella di affittare il Centro Fiera, trasformandolo in una enorme Moschea solo per il venerdì. Ipotesi ancora al vaglio, anche se l’Emiro Althani ieri ha osservato con interesse le «Tre Torri» di via Labirinto immaginandosele come Moschee 2.0, simbolo del nuovo islam d’occidente.Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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