«Nasa Space Apps»: apertura con il cybergiallo

di Anna Castoldi
Foto di gruppo con i partecipanti (reali) all’iniziativa al «Mo.CA»
Foto di gruppo con i partecipanti (reali) all’iniziativa al «Mo.CA»
Foto di gruppo con i partecipanti (reali) all’iniziativa al «Mo.CA»
Foto di gruppo con i partecipanti (reali) all’iniziativa al «Mo.CA»

Cybergiallo al debutto di «Nasa Space Apps Challenge»: dei 50 iscritti, solo 10 erano veri. All’apertura dell’evento al «Mo.CA», gli organizzatori Chiara Chiesa e Andrea Giannattasio hanno scoperto che la maggior parte dei profili registrati non corrispondeva a persone reali. Mentre dieci ragazzi si sono effettivamente presentati, i nomi di tutti gli altri provenivano da account fasulli. «QUALCHE sospetto ci era venuto monitorando le iscrizioni sul sito - ammette Giannattasio -, venerdì mattina gli interessati erano una dozzina. Poi, verso le 13, il boom: un’adesione al minuto, fino a esaurimento posti. Da quel momento nessuno ha più potuto accedere alla gara». Space Apps, hackethon mondiale promosso dalla Nasa, arriva a Brescia per la prima volta. I partecipanti propongono idee per affrontare i problemi globali e ambientali: il progetto migliore al mondo vince una visita alla sede spaziale di Cape Canaveral. A livello locale sono previsti premi per tutti e forse è stato questo a ingolosire gli hackers. «Ci sono in palio tremila euro di crediti Google per eventuali start-up - spiega Chiesa -. Qualcuno ha forse pensato di poter moltiplicare il premio per il numero di iscrizioni». Il rischio è comunque scongiurato. «Abbiamo già contattato Google - assicura Chiesa -: solo chi ha fatto il check-in di persona può accedere ai crediti». I nomi legati ai profili (poi risultati falsi) hanno fatto pensare a un coinvolgimento della comunità indiana e pakistana di Brescia. «Speravamo partecipassero, invece era uno scherzo - si rammarica Giannattasio -: non parlerei di hackeraggio vero è proprio. Un mero dispetto. E il danno c’è: molti interessati non hanno potuto aderire». Eppure, la sfida della Nasa è raccolta. I partecipanti, con età tra 13 e 18 anni, si sono divisi in due gruppi e lavorato per tutta la giornata, sprigionando immaginazione e talento. Il primo gruppo ha scelto di creare un’app per monitorare i disastri naturali. Uno dei membri, Christian, ha concluso l’Itis ed è già programmatore e vuole studiare ingegneria informatica, soprattutto la sicurezza digitale. Il secondo gruppo progetta una missione sulla Luna. «A sei anni ho costruito un paracadute - racconta Riccardo -, lo spazio è la mia passione». Oggi i progetti saranno valutati e premiati. Entrambi i gruppi garantiranno alla prossima fase, con i finalisti di tutto il mondo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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