«Noi pronti, ma i lavori non sono tutti uguali»

Pronti ma preoccupati. I telefoni delle associazioni artigiane sono roventi per chiedere delucidazioni sui controlli del green pass dei lavoratori; e le cause di tale disagio, del resto non nuove, di forma e non di contenuto, vengono denunciate a una voce dai vertici delle quattro sigle di settore: poca chiarezza nelle norme, incapacità di ascolto dei soggetti interessati, troppa burocrazia ad appesantire il lavoro e le speranze di una ripresa. «Avremmo volentieri fatto a meno di questa nuova incombenza- dichiara Eugenio Massetti, leader bresciano e lombardo di Confartigianato - . Credo si potesse essere più elastici con chi lavora in grandi spazi, all’aperto o nei cantieri. La categoria ha sempre mostrato responsabilità e lo farà ancora una volta. Occorrerà capire bene come agire con chi entra in azienda, occorrerà provare, e ci abitueremo. Qualsiasi cosa pur di tornare alla normalità». «Le imprese hanno predisposto quanto è necessario, non sono certo impreparate - afferma anche Bortolo Agliardi, alla guida dell’Associazione Artigiani-. Ci saranno trattative all’interno sul costo del tampone, speriamo non ci siano ricatti nelle piccole realtà. Non avevamo bisogno di ulteriori adempimenti burocratici, bastava evitare il controllo quotidiano con deroga alla privacy. Lo capiamo che la tutela della salute è al primo posto, perché però non hanno spiegato meglio che il certificato è un elemento di tutela? Ci saranno questioni quando un lavoratore avrà la sospensione del pass perché magari il figlio è in una classe con contagio oppure quando arriveranno gli autotrasportatori all’80 per cento stranieri. Il trasporto è centrale per la produzione, il rischio è che tutto si fermi. Le nostre associazioni hanno fatto pressione a Roma, visto che i nodi sarebbero da affrontare prima, ma in Italia viene ascoltato solo chi urla di più». «Siamo d’accordo sulla misura, abbiamo sempre dimostrato di essere attenti alle continue indicazioni, tuttavia per i piccoli è pesante l’onere giornaliero- ritiene Eleonora Rigotti che presiede in provincia Cna -. Ci sono imprese che hanno addetti in giro a ogni ora, che al mattino nemmeno passano. Pensiamo alle pulizie, due ore qui, tre ore là. Dovremo adibire una persona formata agli accertamenti, anche su coloro che sappiamo bene sono vaccinati, anche sui fornitori seppur già testati dal loro datore. Era opportuno, secondo noi, prevedere possibilità diverse in base alle dimensioni e alle categorie di lavoro». «Gli artigiani sono già tutti attrezzati, poi che Dio ce la mandi buona. Riceviamo incessanti chiamate. Come al solito manca precisione» aggiunge Ivan Muscio, direttore di Assopadana. Ma.Bi.

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