Federalberghi Brescia sul pass Covid: «È il lasciapassare della vera ripresa»

di Marta Giansanti
Il certificato digitale dell’Unione Europea arriverà a giugno: in Italia si utilizzerà nel frattempo una specie di passaporto nazionale
Uno dei luoghi simbolo della ricettività bresciana: la terrazza del Vittoria
Uno dei luoghi simbolo della ricettività bresciana: la terrazza del Vittoria
Uno dei luoghi simbolo della ricettività bresciana: la terrazza del Vittoria
Uno dei luoghi simbolo della ricettività bresciana: la terrazza del Vittoria

L’unica arma, insieme a una campagna vaccinale veloce ed efficiente, per la ripresa del sistema Italia: il certificato verde, valido sul territorio nazionale, traghetterà il Paese a un Green pass europeo. E chissà che non si arrivi anche a un eventuale «lasciapassare» intercontinentale. «Passaporti» anti-Covid fondamentali «per rimettere in moto la macchina dell’economia e del turismo», soprattutto quello oltreconfine. Perché, spiega Alessandro Fantini, vice presidente vicario di Federalberghi Brescia, la certificazione «made in Italy» in questo preciso momento storico è importante ma, per ora, quasi in stallo. Pensata tra l’altro per consentire gli spostamenti tra Regioni di diverso colore (anche rosse). Oggi lo Stivale è pressoché tinto completamente di giallo e, come da Dpcm, vige la libertà di circolazione. «Con la speranza - dice Fantini - che quanto accaduto domenica a Milano non vanifichi gli sforzi. Scene ignobili e vergognose. Il calcio non può giustificare qualsiasi comportamento. Ci sono attività che da mesi soffrono forti restrizioni, molte sono al collasso e vedere decine di migliaia di tifosi in piazza fa infuriare. Non è stata una sorpresa, il sindaco Sala avrebbe dovuto prevederlo e agire per tempo. Ma ha preferito girarsi dall’altra parte, evitando di assumersi ogni responsabilità. Un'eventuale nuova chiusura non peserà sulle sue spalle ma su quella di cittadini contagiati e su imprese che rischiano di affondare». Nel frattempo si fa affidamento sull’accelerazione, anche in Lombardia, delle vaccinazioni. Al netto di quanto accaduto nel capoluogo meneghino «più passano i giorni - specifica Fantini - e più ci saranno persone immunizzate per questo ho piena fiducia che l’estate godrà di una ripresa positiva». Tre le condizioni per ottenere il certificato verde nazionale, così come il futuro «foglio di via» europeo: aver completato il ciclo vaccinale da non oltre sei mesi (documentato da una dichiarazione rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria di competenza), esser guarito dal Sars-Cov2 da non più di sei mesi (anche qui la certificazione è rilasciata dalla struttura del ricovero, dalla Asl, dai medici di medicina generale o pediatri), oppure un tampone negativo eseguito nelle 48 ore antecedenti. Lunedì parte un primo test dedicato al Digital Green Certicate (Dgc) che coinvolgerà una quindicina di Paesi europei, tra cui l’Italia, con l’obiettivo di renderlo tecnicamente operativo dall’1 giugno. «L’unico modo per ricominciare in sicurezza, perché le persone immunizzate o con gli anticorpi è giusto che si possano muovere liberamente», sottolinea il leader locale di Federalberghi confermando «l’importanza di creare delle bolle Covid-free nelle strutture ricettive, attraverso la vaccinazione dei dipendenti degli alberghi, ma anche della ristorazione e di chi è a contatto con il pubblico, per rendere il soggiorno più sicuro e favorire la riattivazione immediata di un meccanismo economico legato al turismo e a tutto l’indotto». E «per accompagnare la campagna massiva», Fantini torna sull’argomento delle inoculazioni nelle aziende, ribadendo la piena disponibilità nel mettere a disposizione strutture, «velocizzando l’uscita dalla pandemia per iniziare a costruire un percorso, in sinergia con l’amministrazione comunale e il territorio, lungo la strada che condurrà al 2023». Lasciarci tutto alle spalle ed «essere pronti a sfruttare al meglio il titolo di capitale italiana della Cultura». •.

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