L’INDAGINE

Patate, zucchero, burro e olio di semi di girasole: spesa sempre più cara

di Irene Panighetti
Sempre più in difficoltà le famiglie bresciane negli acquisti per la tavola: un esame dei prezzi nel Bresciano
In classifica l’olio di girasole (+72%) è seguito dalle patate surgelate (+64%) e dallo zucchero (+44%); riso +31%, mozzarella fiordilatte, burro e latte scremato sono cresciuti di circa il 30%
In classifica l’olio di girasole (+72%) è seguito dalle patate surgelate (+64%) e dallo zucchero (+44%); riso +31%, mozzarella fiordilatte, burro e latte scremato sono cresciuti di circa il 30%
In classifica l’olio di girasole (+72%) è seguito dalle patate surgelate (+64%) e dallo zucchero (+44%); riso +31%, mozzarella fiordilatte, burro e latte scremato sono cresciuti di circa il 30%
In classifica l’olio di girasole (+72%) è seguito dalle patate surgelate (+64%) e dallo zucchero (+44%); riso +31%, mozzarella fiordilatte, burro e latte scremato sono cresciuti di circa il 30%

Aspetta la consegna della spesa fuori dal supermercato e intanto fa due conti, pensando che far quadrare il bilancio è sempre più dura: Gianluigi Bresciani, padre di due figli piccoli, fa la spesa abitudinariamente «ogni settimana, allo stesso supermercato e comprando quasi sempre gli stessi prodotti - racconta - lo scorso anno pagavo circa 160 euro, adesso sono arrivato a 240 e quando vedo che il totale va oltre quella cifra inizio a togliere dal carrello». Ma questa è solo una delle tante possibili testimonianza sull’argomento: perchè come Gianluigi ci sono numerosi bresciani, costretti ormai ogni giorno a cimentarsi in acrobazie economiche e ad affrontare scelte difficili, come se pagare la bolletta o rinunciare a certi alimenti.
I prodotti alimentari, secondo statistiche nazionali ma anche comunali, sono aumentati mediamente del 10,9 per cento, con differenziazioni ovvie tra prodotto e prodotto. I rincari sono dovuti soprattutto al caro energia perchè coinvolge il trasporto delle merci ma anche la loro conservazione. E una sua parte non indifferente la gioca la speculazione, come sottolinea Romano Rebuschi di Federconsumatori Brescia: «Le speculazioni non sono mancate, su alimentari e non: ad esempio sul pellet che in anno di è più che raddoppiato e lo stesso per molti altri prodotti». 
Per quel che riguarda i beni alimentari sono due le criticità principali: da un lato sono aumentati tutti e non solo i prodotti che potremmo anche considerare più o meno superflui (ostriche e champagne, per esempio), dall'altro pare che questo trend non si inverta, anzi, per il 2023 la previsione è ancora più fosca

Il prodotto il cui prezzo è cresciuto di più è l'olio di semi di girasole: (+72%)

I rincari sono esperienza di ciascuno, non c'è certo bisogno di statistiche per notarlo. Ma le statistiche tuttavia riescono ad inquadrare quantitativamente il fenomeno. Grazie ai dati dell'osservatorio prezzi del governo è possibile fare un paragone dettagliato sulla nostra provincia tra gennaio 2022 e novembre (ultima data rilevata su https://osservaprezzi.mise.gov.it. Ebbene, in 10 mesi si nota che il prodotto maggiormente aumentato è l'olio di semi di girasole (+72%) che soprattutto nelle prime settimane della guerra ha subito un’impennata notevole, e non è ancora sceso. In questa classifica l’olio di girasole è seguito dalle patate surgelate (+64%) e dallo zucchero (+44%); riso +31%, mozzarella fiordilatte, burro e latte scremato cresciuti di circa 30%, olio extra vergine di oliva del 29%, pasta 18%. Calano leggermente prosciutto cotto (-1%) e insalata confezionata (2%), stabili pane (+0.7%) e caffè (+0.2%). 
Ma se è vero che il caffè non è aumentato di molto, è pur vero che il tonno in scatola (1 kg) e i petti di pollo (1 kg), entrambi prodotti che mediamente rientrano nelle spese delle famiglie, hanno visto rincari notevoli: da 12.85 euro a 14.92 il primo, da 11.83 a 14.13 il secondo, per non parlare di 1 kg di carne di bovino, che dal prezzo medio di 19.81 è passata a 24.45, con tutte le ricadute sui diversi tagli di carne. 
Sul sito del governo i prodotti evidenziati sono anche altri, e ci sono anche quelli non alimentari, come, appunto, i trasporti, carburanti, elettricità e gas e lì gli aumenti sono molto più alti di quelli degli alimentari. Insomma, se la rotta non cambia per molti bresciani sarà sempre più arduo mettere insieme il pranzo con la cena.