Per l’affido
«perfetto» serve
la banca dati

di Manuel Venturi
L’affido prevede oggi diverse forme di aiuto per  i minori
L’affido prevede oggi diverse forme di aiuto per i minori
L’affido prevede oggi diverse forme di aiuto per  i minori
L’affido prevede oggi diverse forme di aiuto per i minori

Un investimento per il futuro. L’affido è anche questo: si aiutano i minori in difficoltà, sollevandoli dalla vita in comunità e da famiglie problematiche, per dare loro una speranza di futuro. Perché i problemi dei bambini crescono con loro e, spesso, la manifestazione del disagio giovanile può essere il segno di questioni irrisolte o sottovalutate in tenera età. Per questo esistono realtà come il Coordinamento famiglie affidatarie, che promuovono una pratica che, per molti bambini, può diventare un’ancora di salvezza e può aprire loro le porte di una vita normale. In provincia di Brescia, sono circa 250 i minori in affido familiare con decreto della magistratura. Altri 150 sono in affido a parenti, 270 in comunità e oltre 2500 sono seguiti da nuclei di tutela minori. Il Cfa fa parte di una serie di associazioni e enti istituzionali che hanno aderito al progetto «Affido è. La tua famiglia, più grande», finanziato dalla Fondazione Cariplo: «L’obiettivo primario è dare vita a una banca dati che dovrebbe servire per migliorare gli abbinamenti, mettendo a conoscenza di tutti gli operatori le famiglie che già hanno un affido in corso, ma anche quelle che si stanno preparando – spiega Angelo Bulgarin, presidente di Cfa, che ha sede in via Aldo Moro a Brescia -. Da lì, parte l’approfondimento, per vedere quale nucleo famigliare è il più indicato per ospitare un minore con determinate caratteristiche». L’AFFIDO, nel corso del tempo, ha anche cambiato forma. Non esiste più solo quello «classico», in cui il minore si trasferisce a casa della famiglia affidataria per un periodo di tempo più o meno lungo a seconda dei casi: sono state pensate anche forme più «leggere», come affidi diurni, a tempo parziale, l’accoglienza mamma-bambino, pronto intervento e le famiglie di supporto, per dare un sostegno alla genitorialità delle famiglie naturali. «Sono forme in fase di sperimentazione – continua Bulgarin -. Si definiscono leggere perché sono meno impegnative in termini di orari, ma non per gli aspetti organizzativi e di gestione: si curano i rapporti con le famiglie, ci sono incontri a scadenze regolari». Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’affido è cresciuta e il 2017 ha fatto registrare il record di interesse e di presenze ai corsi di formazione organizzati da Cfa: «Ma l’esito non sempre è stato del tutto positivo: l’affido è più complesso di quello che ci si può immaginare», commenta Bulgarin. La difficoltà sta anche nel trovare la giusta collaborazione con le istituzioni: «Manca un vero sostegno pubblico sull’affido, con il progetto Cariplo ci si aspettava molta più dinamicità da parte dei Comuni ma ho visto ben poco – sostiene il presidente di Cfa -. La nostra filosofia è collaborare con l’autorità pubblica, perché la tutela dei minori è a carico loro: alcuni amministratori collaborano con noi, altri meno». Ed è un errore, secondo Bulgarin, perché «un affido che non fallisce è un ritorno economico per la comunità, senza contare le sofferenze personali dei minori che non vengono risolte quando non sono affrontate adeguatamente: spesso il disagio giovanile è l’espressione di un disagio minorile irrisolto». Per spiegare la realtà dell’affido, il Cfa ha organizzato una serata giovedì 1 marzo, alle 20.30, nella scuola dell’infanzia di Mairano, in via Roma 49: si parlerà di cosa significa accogliere un minore in affido e ci saranno testimonianze di famiglie affidatarie e di ragazzi che hanno vissuto l’esperienza. Il 12 marzo, invece, all’interno della Comunità educativa per minori Susa di Lograto, inizierà un corso di formazione per aspiranti famiglie e single affidatari: cinque appuntamenti per parlare delle motivazioni dell’affido, degli aspetti giuridici, delle dinamiche emotive dell’accoglienza e del servizio tutela minori, sempre con l’accompagnamento di alcune famiglie affidatarie. Inoltre, il 31 marzo scadrà il termine per presentare i propri lavori per il concorso «Cantiere affido»: giunto alla seconda edizione, è rivolto alle scuole di ogni ordine e grado. Per informazioni contattare il Cfa: 030221234 o 3381745564. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti