Prenotazioni per i disabili, falsa partenza e tanti disagi

di Eugenio Barboglio
Per i pazienti disabili un avvio  della campagna vaccinale con intoppi: le somministrazioni sono iniziate  ma non sono stati pochi i problemi  riscontrati
Per i pazienti disabili un avvio della campagna vaccinale con intoppi: le somministrazioni sono iniziate ma non sono stati pochi i problemi riscontrati
Per i pazienti disabili un avvio  della campagna vaccinale con intoppi: le somministrazioni sono iniziate  ma non sono stati pochi i problemi  riscontrati
Per i pazienti disabili un avvio della campagna vaccinale con intoppi: le somministrazioni sono iniziate ma non sono stati pochi i problemi riscontrati

Partenza falsa e disagi. L’avvio delle prenotazioni dei pazienti fragili è stato all’insegna del caos. Sui social della Regione Lombardia si è abbattuta una valanga di proteste. Casi di persone fragili (disabili, malati cronici, invalidi civili) e loro famigliari che si sono attaccati al computer per prenotare sulla piattaforma di Poste Italiane e che sono stati respinti. Una, due, tre volte. Ed esasperati hanno messo post al vetriolo sotto al prontuario regionale su come prenotarsi. Nell’impossibilità di prenotarsi per il vaccino anche molti disabili bresciani. Respinti dal sistema con la risposta che non avevano 75 anni di età. Come se il sistema fosse all’oscuro che si deve occupare di fragili, non di anziani. Il suggerimento regionale in caso di prenotazione a vuoto è di chiamare il numero verde, ma per contattarlo servono decine di tentativi, e quando ci si riesce l’operatore risponde che il sistema non è ancora pronto (infatti è così). E consiglia di riprovare domani o martedì, o di rivolgersi al proprio medico di medicina generale. Il problema però è che quando i pazienti li hanno chiamati, i medici di base si sono trovati spiazzati. Estrema ratio, suggerisce la Regione: telefonare al Vax manager, figura però che, pare, non sia facilmente rintracciabile. Anche il suo telefono suona a vuoto, e in più l’orario in cui è disponibile è limitato. Una sorta di part time. Ma cosa è successo? Eppure la piattaforma delle Poste non è quella di Aria, è riconosciuta come molto più efficiente. Siamo difronte ad un altro flop regionale? Sì e no. Il problema più che il meccanismo in sé, è stata la tempistica. L’errore è stato dare il via alle prenotazioni quando non era ancora a regime. L’algoritmo che carica gli elenchi dei pazienti che rientrano nelle patologie previste dalla Tabella 1 - spiega il presidente della Fimmg, Angelo Rossi - il 9 aprile non li aveva ancora caricati. Né i medici di famiglia li avevano ancora integrati con casi di loro conoscenza: «Li abbiamo ricevuti solo ieri e le integrazioni inizieremo a comunicarle da domani». Perché il sistema di prenotazione funzioni dunque l’algoritmo deve avere fatto il suo lavoro e debbono essere inserite le integrazioni. A quel punto, l’indicazione di rivolgersi al proprio medico o al vax manager sarà circoscritto a pochi casi: persone con fragilità che continuano a non rientrare anche ad elenchi ormai completi. Certo, i medici di famiglia si troveranno nella situazione non comodissima di pazienti che rivendicheranno il vaccino anche se le loro patologie non sono tra le tipologie previste dalla campagna vaccinale. Ma saranno molti meno casi di quelli di questi giorni, causate dal ritardo con cui la Regione ha predisposto e aggiornato il data base dei lombardi con disabilità e dei loro caregiver. Il caos di venerdì, leggermente attenuatosi ieri, si sarebbe potuto evitare. Come poteva infatti funzionare il meccanismo di prenotazione se era ancora un cantiere aperto? Il solo fatto che ai medici di base sia stato dato tempo fino al 15 aprile per trasmettere i nominativi con i quali integrare gli elenchi di vulnerabili era garanzia di disagi. Venerdì è stato dato semaforo verde ad un sistema che non era ancora pronto. Dalla prossima settimana tutto si sistemerà? È possibile, ma si può capire quel paziente che sulla pagine Facebook della Regione sintetizza: «Se mi è stato detto che il 9 aprile potevo prenotarmi, pretendo di poterlo fare il 9 aprile». Semplice e chiaro. Un altro problema sollevato dal presidente dei medici di famiglia bresciani è quello degli estremamente vulnerabili. Che dovranno essere vaccinati negli ospedali, ma non tutti sono seguiti da strutture pubbliche, ma spesso da strutture che non hanno capacità di somministrazione. Per tutti dovrà essere offerta una soluzione in un hub. •.

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