Quando il cielo è in un diario e nei sogni

di A.T.
Federico Nati a  Librixia con la giornalista di Bresciaoggi Paola Buizza
Federico Nati a Librixia con la giornalista di Bresciaoggi Paola Buizza
Federico Nati a  Librixia con la giornalista di Bresciaoggi Paola Buizza
Federico Nati a Librixia con la giornalista di Bresciaoggi Paola Buizza

L'Antartide, deserto ghiacciato, è un posto fuori dal mondo, ideale punto di partenza per l'esplorazione dello spazio. Qui ha vissuto Federico Nati, autore del libro "L'esperienza del cielo. Diario di un astrofisico", presentato sabato sera al festival Librixia con la partecipazione della giornalista Paola Buizza. SPEDIRE NELLA stratosfera un telescopio di tre tonnellate per studiare l'origine del cosmo attraverso l'analisi delle onde gravitazionali: questa l'ambiziosa missione cui lo scrittore, membro di un team di ricercatori, ha preso parte. «Di solito i libri di divulgazione scientifica trattano grandi imprese o personaggi celebri, mentre io sono un signor nessuno - scherza Nati - inoltre non racconto di un argomento scientifico preciso, ma della vita quotidiana di un team di ricercatori, impegnati sul campo in un lavoro difficile e rischioso». Nel libro - un incrocio tra reportage, diario di bordo e biografia - viene dato particolare risalto all'aspetto umano della ricerca scientifica, che spesso passa in secondo piano nei risultati finali di un esperimento o di una missione. Eppure dietro i dati apparentemente asettici ci sono storie di tenacia, passione, frustrazione. Quasi nessuna viene alla luce, perché il progresso è fatto di continue prove e fallimenti, sulla strada per realizzare ciò che mai è stato tentato prima. Innumerevoli signori nessuno non raggiungono gli onori della cronaca perché il loro lavoro è un eterno esperimento, di cui forse non vedranno la conclusione - e la gloria spetta al successo finale, non alle mille sconfitte necessarie per raggiungerlo. Nati dà voce ai geniali nessuno che fanno la storia della scienza. La sua storia comincia in Antartide e procede a ritroso, nel deserto di Atacama, Cile, dove ha osservato lo spazio con un telescopio a più di 5000 metri. Poi gli Stati Uniti e gli esperimenti all'università di Philadelphia, prima di raggiungere l'Antartide e tentare di lanciare il telescopio oltre l'atmosfera. AL POLO SUD, nei mesi che corrispondono al nostro inverno (il periodo raccontato va dal novembre 2018 al gennaio 2019) il sole non tramonta mai: «Il giorno costante, il fuso orario ribaltato di dodici ore, la stanchezza del viaggio hanno sfibrato il mio senso dell’orientamento temporale», annota Nati. «Spero che anche la mia lucidità sia compromessa, cosicché la netta sensazione di fallimento imminente sia frutto di allucinazioni polari». Eppure, tra sofferenze e imprevisti, anche il cielo interiore si fa più chiaro, illuminato dalla consapevolezza di seguire la propria vocazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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