LE REAZIONI

Rapporti al minimo con i vicini: «Facevano fatica a salutarci»

In via Galvani in pochi si ricordano delle figlie dell'ex vigilessa, Silvia e Paola Zani, ora detenute nella stessa cella a Verziano
Sul citofono   il nome della vittima
Sul citofono il nome della vittima
Sul citofono   il nome della vittima
Sul citofono il nome della vittima

In pochi in via Galvani si ricordano di Silvia e Paola Zani, le due figlie di Laura Ziliani arrestate venerdì con l’accusa di avere ucciso la madre insieme a Mirto Milani il 27enne bergamasco che con entrambe avrebbe avuto una relazione sentimentale. Nella piccola via proprio di fronte alla Città di Brescia è ancora forte lo choc per l’arresto eseguito dai carabinieri. «Mi hanno chiamato da casa per dirmi quello che era appena successo nel condominio dove vivo solo da qualche mese - spiega una delle inquiline -. Quando poi ho visto le fotografie mi sono reso di chi fossero quelle due ragazze. Una di loro, la più piccola, l’ho incontrata appena dentro il palazzo solo qualche settimana fa. Mi ha squadrato e ammetto che un po’ di spavento me l’ha provocato». Un’altra inquilina si ricorda invece di Silvia, la maggiore: «Viveva qui già quando frequentava l’università per diventare fisioterapista - racconta -. Non abbiamo mai avuto rapporti. Non mi sembrava una persona molto socievole: faceva addirittura fatica a salutare quando la si incontrava negli spazi comuni». Nessuno invece si ricorda di avere mai parlato con Mirto Milani: «Lo vedevamo in strada vicino alla sua auto, ma nulla di più - racconta un altro condomino -. Da qualche settimana però la vettura era sempre parcheggiata qui sotto tanto che nel giro di pochi giorni sono comparse diverse multe sul parabrezza. Che tra quei tre ragazzi ci fosse un legame un po’ troppo particolare ce ne eravamo accorti, ma non che dietro potesse nascondersi una accusa tanto grave. Se così fosse mi vien da dire che sono tre deficienti. Laura Ziliani me la ricordo invece insieme alla figlia Silvia durante una assemblea condominiale. Mi è sembrata una donna attenta a gestire quel che riguardava il loro appartamento». Da venerdì Silvia e Paola Zani sono nel carcere di Verziano. Nella stessa cella hanno trascorso la prima notte. Nelle prossime ore saranno interrogate dal gip e lì potranno raccontare la loro verità. «Non ho ancora avuto modo di incontrarle - spiega don Faustino Sandrini, il cappellano del carcere -, sicuramente vedrò di farlo nei prossimi giorni».•. Pa.Ci.

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