Referendum giustizia: Forza Italia in campo

Gli esponenti del partito che hanno avviato la raccolta delle firme
Gli esponenti del partito che hanno avviato la raccolta delle firme
Gli esponenti del partito che hanno avviato la raccolta delle firme
Gli esponenti del partito che hanno avviato la raccolta delle firme

Sono scesi in campo per combattere una battaglia che considerano «di civiltà e fondamentale per il futuro del Paese». Ieri mattina i rappresentanti cittadini e provinciali di Forza Italia si sono dati appuntamento in pieno centro storico per esprimere pieno sostegno al Referendum sulla giustizia promosso in prima istanza da Lega e Radicali e contribuire attivamente alla campagna di raccolta firme propedeutica all’ammissibilità dei sei quesiti referendari. Un gazebo, collocato a poca distanza da quello degli alleati di centrodestra di Fratelli d'Italia, è stato allestito all'angolo tra corso Zanardelli e via Mazzini per «accendere i riflettori su un tema trasversale agli orientamenti partitici e legato più di quanto si possa credere alla vita quotidiana delle persone». Per i promotori l'obiettivo principale riguarda «la riforma della malagiustizia italiana, il necessario passaggio da un sistema malato a un sistema basato sull’equità e aderente ai vincoli dettati dall'Unione Europea». Supportati dalla consigliera regionale Claudia Carzeri — la quale ha sottolineato l'urgenza di arrivare all'abolizione del Decreto Severino per eliminare la sospensione temporanea o l'interdizione dai pubblici uffici per i sindaci e gli amministratori condannati non in via definitiva —, i vertici locali di FI hanno fatto leva sul «buon senso» della proposta referendaria. «È indispensabile ottenere un riequilibrio tra i tre poteri dello Stato e allontanare il correntismo politico dalla magistratura e dalla aule di tribunale», ha chiarito Paolo Fontana, segretario cittadino di FI, alludendo alla tanto auspicata riforma del CSM. «È inammissibile che un cittadino possa scontare anni di carcere e poi essere dichiarato innocente senza che nessuno paghi per un simile errore», ha aggiunto la capogruppo in Consiglio comunale Paola Vilardi, sostenendo «l’introduzione della responsabilità civile diretta dei magistrati». Tra le altre questioni: la separazione netta e permanente delle carriere tra funzione requirente e giudicante, la richiesta di mettere dei limiti al ricorso alla custodia cautelare in caso di condanna non definitiva o per reiterazione del reato.•. D.Vit.

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