L'INTERVISTA

«Riaprire le discoteche? Così non conviene»

Zucchi (Silb): «Capienza ridotta, necessità di vaccino o tampone per i clienti. Chi riparte lo fa solo per spirito di sacrificio»

Se c’è un settore che più di altri ha sofferto per chiusura protratta a causa della pandemia, quello in cui contatto o assembramento sono quasi imprescindibili, dove i grandi numeri sono spesso ingrediente indispensabile al divertimento, è certo quello delle discoteche e delle sale da ballo, abituate a staccare centinaia, quando non migliaia, di biglietti ad evento, al “tutti in pista”, al “tutti insieme appassionatamente” e che ora tra distanziamento, seduti senza ballare, numeri ridotti devono fare i conti con una fisionomia che in un certo senso le snatura e conserva le difficoltà. Intanto il traguardo del 1 luglio, quando potranno riaccogliere il loro pubblico solo se fornito di green pass e tampone non fa saltare di gioia i proprietari.

Lo chiarisce Domenico Zucchi, titolare della discoteca Plaza di Roè Volciano, presidente provinciale Silb, il sindacato dei locali da ballo, oltre che membro del consiglio direttivo nazionale. “Quanti giovani saranno vaccinati per il periodo estivo? Una percentuale troppo bassa per riempire le nostre sale. Ed anche quanti saranno disposti a farsi il tampone in continuazione, ad accollarsene il costo, per poter accedere alla pista da ballo, in aggiunta alle difficoltà organizzative?” dice sconsolato e aggiunge: ”Già l’apertura senza ballo, che è la nostra attrattiva, la nostra essenza, non aveva molto senso, poi la capienza non superiore al 50% di quella massima consentita e comunque non oltre le mille presenze per gli spettacoli all’aperto e 500 in luoghi chiusi è difficilmente sostenibile. Chi apre lo fa per spirito di sacrificio, non perchè sia conveniente dal punto di vista imprenditoriale. Come categoria abbiamo presentato un protocollo che non è ancora stato preso in considerazione, puntiamo al via libera per il ballo latino americano e quello di coppia che riguarda fasce di età più alte quindi con percentuale di vaccinati significativa e poi si svolge tra congiunti o persone che già si frequentano”.

Del resto sostiene Zucchi che assembramenti “se ne vedono ovunque, sono aperte le scuole di ballo, presto anche i parchi tematici come Gardaland dove non so come si mantengano le distanze. I nostri costi di gestione sono elevati e non tutti hanno all’interno anche il ristorante per puntare solo su questa attiività. Abbiamo bisogno di questi due mesi estivi per poter rialzare la testa in vista dell’autunno. Ma conto sul buon senso e voglio essere ottimista. L’intrattenimento è un settore trainante per il turismo e per l’indotto che movimenta e l’aggregazione è fondamentale per i giovani”. Ricorda come i locali abbiano sempre rispettato le linee guida dettate dal governo con personale professionalmente qualificato in grado di farle rispettare. Insomma l’atteso 1 luglio potrebbe non cambiare il destino delle discoteche martoriato dalla epidemia che non si può dire ancora debellata

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