Rodengo esce dal Musil Ora l’acquisto della sede

La sede del Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano
La sede del Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano
La sede del Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano
La sede del Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano

Il Comune di Rodengo Saiano non è più nell’accordo di programma del Musil. Si è sfilato ufficialmente ieri, nel Consiglio di vigilanza convocato ad hoc dall’assessore regionale Stefano Bruno Galli. Per la verità, pareva che contestualmente venisse dato il via libera all’acquisto dell’immobile che ospita la «Città delle macchine», una delle tre sedi del museo dell’industria e del lavoro «Eugenio Battisti» per ora attive, in attesa che si sblocchi la ventennale vicenda della sede centrale del Comparto Milano. Ma per questo ulteriore passo bisognerà attendere ancora una settimana: il prossimo consiglio di vigilanza è venerdì. Rodengo Saiano voleva uscire dal 2016, da quando cioè era scaduto il comodato d’uso graturo dell’immobile nei pressi dell’outlet Franciacorta. Per farlo, però, occorre il consenso di tutti gli attori dell’accordo di programma (Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Brescia, Comune di Cedegolo, Comunità Montana di Valle Camonica, Università degli Studi di Brescia, A2A, Fondazione Micheletti), consenso che fino a ieri non era stato formalizzato. Con l’uscita del Comune franciacortino, gli altri «soci» del Musil potranno ora deliberare l’acquisto della sede della «Città delle macchine», che costa 1,6 milioni di euro. Per il perfezionamento di questa operazione, la Provincia di Brescia contribuirà con 1,2 milioni di euro e la Regione con 500mila. L’acquirente sarà il Broletto, che poi girerà il bene per 55 anni alla Fondazione istituita nel 2005 ed oggi presieduta dall’ex sindaco di Brescia, Paolo Corsini. L’acquisto della sede di Rodengo è sul tavolo da parecchio tempo, ed è considerata strategica per tenere in vita il progetto lanciato 17 anni fa e che vive anche con nla ferita grave della sede centrale. Il prezzo dell’immobile, in mano privata, è però salito dal milione e rotti sulla base del quale quando ancora era in vita Aldo Rebecchi si stava trattando. Un aumento di prezzo che aveva imposto una lunga pausa di riflessione, oltre al fatto che della compagine faceva parte ancora il Comune retto da Rosa Vitale. Venerdì prossimo l’unanimità dei soggetti che ancora sostanziano l’accordo di programma sancirà l’acuisto di Rodengo, garantendo continuità al museo che altrimenti avrebbe avuto anche il problema del ricollocamento di una parte fondamentale del suo ricco patrimonio di «macchine». •. E.B.

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